Il Vangelo nella famiglia – 10 marzo 2024


RIFLESSIONE SUL VANGELO DELLA IV DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO B

di Soraya e Michele Solaro

«Chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Così si conclude il Vangelo della IV domenica di quaresima. Un annuncio chiaro ma esigente quello della Parola di Dio che, se accolto, è capace di cambiare radicalmente le nostre vite.

La missione di noi sposi cristiani è quella di far trasparire, nella nostra vita, la luce verso la quale siamo diretti e della quale risplendiamo: è la luce dell’Amore continuamente offerto e di cui ci viene dato di farne esperienza, lo stesso amore che Gesù ha per la Sua Chiesa, che il Padre ha per l’umanità intera.

Fare verità nella nostra vita di coppia richiede impegno e senso di responsabilità, non per salvaguardare le apparenze, ma per essere capaci di ricambiare, quello che gratuitamente abbiamo ricevuto da Dio Padre, il quale «ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna».

Quante volte, nel nostro ambiente familiare, ci siamo dovuti confrontare con le incomprensioni, con le parole di troppo, dette o ascoltate; quante volte, nei confronti del nostro coniuge o dei nostri figli, abbiamo avuto pensieri di rivalsa; quanta sofferenza abbiamo provocato a causa di un nostro comportamento sbagliato.

E poi, quanta amarezza e delusione, quanto sconforto, hanno magari preso il sopravvento, quanto bisogno di pentirci sinceramente, di chiedere scusa, abbiamo sentito dopo questi episodi? Non avremmo dovuto, forse, riconosce in tali stati d’animo i provvidenziali richiami dello Spirito che ci invitavano a ravvederci perché qualcosa, nella nostra vita, nelle nostre relazioni, doveva essere rivista? Come non riconoscere, anche in questo, l’Amore di un Dio che continua ad avere «compassione del suo popolo e della sua dimora».

Noi, famiglie cristiane, nella misura in cui rispondiamo con sincera disponibilità a preservare la comunione nelle nostre case, attraverso la comprensione e il perdono reciproco, permettiamo a Dio di risplendere nella nostra vita. E, anche quando possiamo sentirci scoraggiati a causa del nostro limite, sappiamo che possiamo attingere alla grazia del sacramento del matrimonio, alimentato dall’Eucarestia e rinnovato dalla confessione sacramentale che, come ci ricorda San Giovanni Paolo II, offrono «alla famiglia cristiana la grazia e la responsabilità di superare ogni divisione e di camminare verso la piena verità della comunione voluta da Dio, rispondendo così al vivissimo desiderio del Signore: che «tutti siano una sola cosa».

La nostra missione, anche in questo tempo, è una missione alta: dalla consapevolezza di essere “famiglie salvate”, siamo chiamati a diventare “famiglie salvanti”, strumenti attraverso cui ogni uomo può essere raggiunto dall’Amore di Dio.

Vangelo

Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

Dal Vangelo secondo Giovanni 
Gv 3,14-21

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: 
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. 
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Parola del Signore.