Il Vangelo nella famiglia – 19 novembre 2023


RIFLESSIONE SUL VANGELO DELLA XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

di Maria e Sebastiano Fascetta

La parabola evangelica di questa 33ª domenica del T.O., è un invito a “lavorare” dentro le relazioni per giungere a compimento, per umanizzarci all’interno dell’esperienza matrimoniale, familiare, sociale, comunitaria… Dio affida la vita, il suo amore, alle nostre “capacità”. Sono diverse per ciascun partner, ma entrambe necessarie per quel “lavoro” umano e spirituale che l’amore richiede. L’amore infatti è un’arte e non mero sentimento. Bisogna svilupparlo, come i talenti della parabola. Il rischio è quello di nascondere sottoterra il dono dell’amore, metterlo in cassaforte, pensare di aver ottenuto già tutto, di conoscere già tutto del nostro coniuge.

Il servo definito “malvagio e poltrone” è colui che afferma di sapere. Ritiene di sapere tutto del suo padrone e per questo nasconde, preso da paura, il talento, non si impegna a crescere umanamente, non adempie la sua vocazione umana. Allo stesso modo nella vita di coppia. L’amore non è un dato scontato, non è una realtà stabile, immobile, ma dinamica, da “guadagnare” ogni giorno, da far “fruttificare” ogni momento. Il servo “infingardo” pensa di restituire a Dio il talento ricevuto. Ma Dio non vuole che torniamo i doni che ci dà, ma che osiamo essere creativi nell’amore. La vita matrimoniale non è un progetto predeterminato da Dio, ma un’avventura da vivere da veri protagonisti per attivare quelle capacità e mettere in circolo quei talenti necessari per crescere come sposi. Dio non vuole che gli restituiamo nulla. Non è un contabile. È un Padre. È lo Sposo che ama la sua Sposa.

Dio Ama. L’amore è perdita, consegna, affidamento, gratuità, apertura, attesa senza pretese. Allo stesso modo i coniugi non devono vivere nella pretesa reciproca, non devono chiudersi per paura né giudicarsi, ma uscire allo scoperto, mettersi ogni giorno in gioco mettendo insieme i talenti ricevuti e farli fruttificare nella reciproca condivisione e comprensione. Il Vangelo è un forte invito alla creatività dell’amore.

Vangelo

Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 25,14-30

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.
A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Parola del Signore.