Il Vangelo nella famiglia – 10 settembre 2023


RIFLESSIONE SUL VANGELO DELLA XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

di Magdalena e Carlos Altamirano

Le letture di questa domenica ci mostrano una dimensione più ampia dell’amore, per il quale cerchiamo volontariamente il bene dell’altro. Questa è una grande lezione per tutte le famiglie, perché è nella famiglia che l’essere umano impara ad amare.

Nella seconda lettura, san Paolo ci ricorda che la carità non fa alcun male al prossimo. Ma in precedenza, nella prima lettura, Ezechiele ci fa vedere che non viviamo isolati, ma che siamo tutti parte di una comunità, nella quale siamo responsabili gli uni degli altri. Amare, quindi, non è solo evitare di fare il male, ma fare il bene. Per questo, amare è cercare che l’altro possa sviluppare la sua capacità di amare, e questo implica che non faccia del male agli altri e che non faccia del male a se stesso. Non comprenderlo ci porta a confondere la tolleranza con l’indifferenza, che è contraria all’amore.

Amare non è semplicemente essere una persona gentile, e piacere a tutti, ma implica parlare e dire la verità, anche se a volte può mettere a disagio; anche se ci porta ad ammonire i nostri cari. Certo, purché l’ammonizione sia per il loro bene e non per difendere il nostro onore o il nostro prestigio. Fare questo è spesso difficile. Allora, nel Vangelo, Gesù ci indica il modo corretto di mettere in pratica la «correzione fraterna». Sentiamo Gesù dirci che la correzione deve essere fatta prima direttamente e nel privato, cercando di preservare la vicinanza e la reputazione dell’altro. Se chi è ammonito non ci ascolta, cerchiamo di ripetere progressivamente l’ammonizione, prima accompagnati da una o due persone vicine, e infine dalla comunità. Se anche così l’altro non ascolta, Gesù ci chiede di trattarlo come un pagano o un pubblicano, ma nello stile di Gesù. Ricordiamo il modo in cui Gesù trattava i pubblicani e i pagani: non si arrendeva mai. Pertanto, l’ultima parte del Vangelo è molto ricca di speranza. Ci ricorda che se due di noi si mettono d’accordo per chiedere qualunque cosa, nostro Padre ce la concederà. Ci invita cioè a vivere alla sua presenza e a pregare per coloro che non hanno voluto ascoltarci. 

Ricordiamo che per Dio nulla è impossibile, è nella famiglia dove impariamo che l’amore non tollera l’indifferenza, che dobbiamo curare la maniera con cui ci rivolgiamo all’altro avendo a cuore la sua reputazione, e che, con le nostre parole, azioni e preghiere, possiamo sempre fare qualcosa per coloro che hanno smarrito la via. Il salmista ci ricorda: «Ascoltate oggi la voce del Signore».

Vangelo

Se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Parola del Signore.