Il Vangelo nella famiglia – 27 agosto 2023


RIFLESSIONE SUL VANGELO DELLA XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

di Rosa Maria e Giorgio Middione

Il brano del Vangelo di oggi si apre con una domanda cruciale per colui che desidera camminare come discepolo di Cristo: «Ma voi, chi dite che io sia?». 

Gesù ci invita a chiederci chi è Lui per ciascuno di noi. Questo interrogativo e il dialogo che, poi, ne scaturisce con Pietro, sono importanti per compiere un’attenta riflessione sulla nostra Fede ed il nostro modo di essere cristiani.

Chi è, dunque, Gesù per noi e per le nostre famiglie?

Nel dialogo non desidera spronarci alla ricerca di definizioni, bensì ad interrogarci sul tipo di relazione che noi abbiamo con Lui. 

Chiediamoci allora: come è cambiata la nostra vita da quando abbiamo sentito parlare di Dio? Lo abbiamo davvero incontrato personalmente? Che posto Gesù occupa oggi e quanto è importante nella nostra vita? Abbiamo aperto il nostro cuore e la nostra casa a Dio?

Queste sono le domande che dovremmo porci, perché Dio cerca di instaurare con noi una relazione unica e speciale e vuole sapere se, davvero, noi siamo innamorati e se abbiamo aperto il nostro cuore a Lui, perché i quesiti ci obbligano a fermarci, per guardarci dentro e le risposte che proviamo a dare, ci indicano la direzione da intraprendere.

Il passo odierno ci porta, dunque, a confrontarci ed a verificare a che punto è la nostra fede in Cristo; perché conoscere Cristo non significa necessariamente riconoscerlo.

Possiamo sapere tanto sul conto di Gesù, ma essere cristiani oggi, significa riconoscere, innanzitutto, in Gesù il Signore a cui appartiene la nostra vita e questa attestazione dovrebbe essere frutto di un di una consapevolezza personale che nasce dall’avere fatto in prima persona esperienza di Dio, della Sua Onnipotenza, Maestà, Regalità e Misericordia, al punto tale da volere dare testimonianza agli altri di ciò che abbiamo vissuto e ricevuto.

Riconoscere con umiltà la nostra piccolezza e limitatezza di fronte a Dio che tutto è e tutto può.

La Parola del Vangelo prosegue, poi, facendoci fare un altro passo avanti nel nostro percorso di maturità spirituale: ogni cristiano che decide di seguire Gesù per accedere al suo regno ed alla salvezza eterna, deve camminare all’interno della sua Chiesa, istituzione fondata da Cristo. 

Il cristiano è, dunque, colui che riconosce Dio e riconosce la Sua Chiesa.

Ognuno di noi è una piccola pietra, ma nelle mani di Gesù partecipa alla costruzione della Chiesa (Commento di Papa Francesco del 27 Agosto 2017).

Ogni piccola pietra è utile, perché nelle mani di Gesù diventa preziosa in quanto viene trasformata, con l’azione dello Spirito Santo ed inserita nel posto giusto, per edificare l’intera costruzione. 

La Chiesa è “famiglia di famiglie”, ed ogni famiglia è una piccola chiesa domestica, luogo d’intimità in cui è possibile sperimentare, nella quotidiana relazione coniugale, genitoriale e fraterna, la comunione che può far crescere ogni componente come essere unico ed originale, aiutandolo a maturare la propria personale vocazione alla vita.

Ma se vogliamo costruire nella roccia, per non barcollare di fronte alle avversità della vita, abbiamo bisogno di Dio. Se il nostro nucleo familiare vacillerà, tutta la Chiesa vacillerà.

Ogni famiglia ha la missione di edificare sé stessa per edificare la Chiesa, che è comunità di vita, costituita da tanti nuclei familiari, tutti diversi, che formano un unico edificio che può diventare segno di fraternità e comunione.

In virtù del Sacramento matrimoniale, ogni coppia e famiglia che vive alla sequela di Cristo è un bene prezioso per l’intera Chiesa, ed è chiamata a non rimanere isolata e chiusa in sé stessa, bensì ad attingere da Dio, con l’ascolto della Parola, nutrendosi della mensa eucaristica e del sacramento della riconciliazione, per portare il proprio contributo alla comunità cristiana.

Esiste un rapporto di reciprocità tra la Chiesa e la famiglia, considerati dono prezioso l’uno per l’altra. “la Chiesa è un bene per la famiglia, la famiglia è un bene per la Chiesa” (Amoris laetitia, 87).

Affidiamo tutte le nostre famiglie e la Chiesa intera alle cure della Vergine Maria, madre amorevole che tutto vede e tutto conosce, affinché ci sostenga nelle prove e ci accompagni con la sua materna intercessione, chiedendo a Dio il dono dell’unità e della comunione d’amore reciproca, affinché possa regnare in primo luogo nelle piccole “chiese domestiche”, per poterla poi veicolare laddove non c’è ed, infine, chiediamo la Grazia di avere sempre la luce per riconoscerlo e, di conseguenza, la forza e il coraggio per annunciare a tutti che Gesù è il Signore. Amen.

Vangelo

Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 16,13-20

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Parola del Signore.