Riflessione sul Vangelo della domenica
di Ivana e Giovanni Granatelli
Carissimi fratelli e sorelle, cari sposi e care famiglie amate dal Signore, la Liturgia della Parola di questa domenica ci descrive l’incontro di Gesù con Zaccheo, l’incontro della miseria umana con l’insondabile Misericordia di Dio…Zaccheo, uomo corrotto, un traditore, disonesto, avido di denaro, un ladro insomma e un egoista, incontra Gesù, il Salvatore, Colui che ama, che si dona tutto a tutti, Colui che non giudica ma perdona e salva. Gesù è in mezzo al suo popolo e si fa vicino agli uomini e alle donne del suo tempo, con i loro problemi, infermità, fragilità, affanni, peccati, vittime o carnefici di insopportabili ingiustizie, proprio come noi. Gesù si fa uno di loro, con umiltà e semplicità di cuore e nel suo grande amore, tra la folla, cerca proprio Zaccheo. Ma anche Zaccheo dal canto suo, tra le tante ombre, avidità, ricchezze e bramosie, che inquietano il suo cuore, sente emergere e farsi spazio una piccola luce, ovvero il desiderio di vedere Gesù, di vederlo passare, anche solo da lontano e così decide di salire su un sicomoro, perché, ci dice il Vangelo, era di bassa statura, ma non solo fisicamente. Era un uomo tutt’altro che spirituale, stoltamente intento ad accumulare tesori su questa terra, senza pensare alle cose del cielo.
Alle volte anche noi sposi e famiglie cristiane ci ritroviamo a vivere alla maniera di Zaccheo, quando, orientati alle comodità, al superfluo, al danaro e ai nostri interessi, attaccati alle cose terrene, concentrati e ripiegati su noi stessi, cerchiamo, a tutti i costi il nostro soddisfacimento, la nostra realizzazione, anche a scapito degli altri, prigionieri delle logiche egoistiche, individualistiche e materialistiche del mondo. Riempiamo il nostro quotidiano di troppe cose futili e che non servono, investendo tempo, energie e i nostri averi in situazioni che non ci giovano. Si rischia di cadere nell’errore di vivere solo per se stessi, estromettendo dalla vita gli altri, in primis il nostro coniuge, i figli e chi ci è prossimo. Spesso scontenti, viviamo protesi verso ciò che non abbiamo, che ci manca e che potremmo avere, perdendo di vista la bellezza e la ricchezza dei doni che ogni giorno il Signore fa alle nostre famiglie e non riuscendo a gioire per ciò che di buono realizza nella nostra vita coniugale e familiare.
Carissimi, occorre tornare all’essenziale. Anche nelle nostre case, come per Zaccheo, forse non c’è amore, amicizia, non ci sono relazioni vere, autentiche e disinteressate, non c’è comunione, né condivisione, non c’è gioia, non c’è pace, non c’è più famiglia… in una sola parola, non c’è Dio. Ma Gesù oggi vuole autoinvitarsi a casa nostra e avere per noi le stesse parole che pronunciò quando varcò la soglia di casa di Zaccheo: ”Oggi la salvezza è entrata in questa casa”. Lasciamo che Gesù entri nella nostra storia, nella nostra famiglia, in casa nostra. Lasciamoci riconciliare con la realtà coniugale e familiare che stiamo vivendo. Forse abbiamo pensato troppo a noi e poco agli altri, forse il nostro cuore è rimasto troppo piccolo, incapace di amare veramente, forse la nostra statura umana, sponsale, genitoriale e fraterna non è cresciuta abbastanza da saper rispondere pienamente alla nostra vocazione all’amore. Ma con Gesù tutto cambia in bene e in meglio.
Spirito Santo, dilata i nostri cuori, perché sappiano accogliere, perdonare e amare senza misura. Il nostro io diminuisca e invece Cristo cresca in noi, e dunque il suo modo di parlare, agire, pensare, perdonare e amare. Facci sposi e famiglie coraggiosi, come Zaccheo, pronti a perdere tutto per guadagnare tutto, pronti a rimediare, a restituire quanto indebitamente accumulato, pronti a donare noi stessi senza riserve, pronti a perdere per vincere, in Colui che, con l’amore, ha vinto il mondo. Con un cuore solo e ad una sola voce crediamo e professiamo che il nostro unico Baluardo di Salvezza e Vessillo di Vittoria è Gesù Cristo. Amen. Alleluja.
Vangelo
Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,1-10
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Parola del Signore.