Il Vangelo nella famiglia – 25 settembre 2022


Riflessione sul Vangelo della domenica

di Magdalena e Carlos Altamirano

Nel brano evangelico di questa domenica, Gesù ci parla attraverso una parabola che attira la nostra attenzione per la sua durezza. Anche le risposte di Abramo possono metterci a disagio e irritarci. Il suo scopo è però quello di risvegliarci, di indicare l’urgenza di smuovere il nostro cuore e di trarne il meglio, l’urgenza di sperimentare e riflettere l’amore di Dio, finché siamo ancora in tempo, perché è questo ci caratterizza come suoi figli.

Nella parabola, Gesù descrive una realtà al di là di quella del presente, dove possiamo ritrovare, per analogia, gli stessi elementi che utilizziamo nella vita terrena, ma espressi nel loro vero significato con le loro reali conseguenze. Per questo, l’immenso abisso che si apre tra l’uomo ricco e Lazzaro è proprio quello che il primo ha costruito, qui e ora, con la sua indifferenza. Con il suo egoismo, l’uomo ricco si è ripiegato su se stesso; cioè si è isolato, dimenticando la sua identità di figlio di Dio, quella che lo ha preparato e chiamato a relazionarsi con gli altri, attraverso l’Amore. Trascurando la sua identità, egli ha perso il suo nome, ed è conosciuto solo come il «ricco», un aggettivo, mentre il povero conserva il suo nome, Lazzaro, che significa «Dio aiuta». Quindi, a causa della sua indifferenza, l’uomo ricco ha sprecato l’aiuto che Dio gli ha dato per amare e uscire dal tormento del suo isolamento, grazie alla vicinanza di Lazzaro. Papa Francesco chiarisce che il tormento dell’uomo ricco è ingigantito perché egli conosceva bene i bisogni di Lazzaro, ma non fece nulla al momento giusto: È «il dramma di essere molto, molto informato, ma con il cuore chiuso… C’è l’abisso dell’indifferenza… L’indifferenza è questo dramma di essere bene informato ma non sentire la realtà altrui» (Meditazioni Quotidiane, 12 marzo 2020).

Questo dovrebbe ricordarci che ciò che dà identità a ciascuna delle nostre famiglie è l’essere luogo dell’incontro e scuola di amore, come ci dice ancora Papa Francesco: «La famiglia è il luogo dell’incontro, della condivisione, dell’uscire da sé stessi per accogliere l’altro e stargli vicino. È il primo luogo dove si impara ad amare» (Omelia, 25 giugno 2022, X Incontro Mondiale delle Famiglie). Purtroppo, questa identità si perde quando la nostra indifferenza, i nostri giudizi, le offese e la disattenzione aprono abissi incolmabili tra noi e i nostri coniugi, i nostri figli, i nostri fratelli, i nostri genitori. Questi abissi possono andare oltre questa vita, e solo la grazia di Dio può costruire ponti tra di loro, prima che sia troppo tardi. Chiediamo a Dio di aiutarci a mantenere l’identità della famiglia con il suo spirito di accoglienza e di servizio, a non aprire abissi e a non essere insensibili ai bisogni materiali, emotivi o spirituali degli altri, a riconoscere in tutti i bisognosi, all’interno e all’esterno della nostra famiglia, il volto di Cristo stesso, che ci viene incontro per invitarci ad amare come Lui, e a riconoscerci, così, come figli di Dio.


Vangelo

Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,19-31
 
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Parola del Signore.