Il Vangelo nella famiglia – 1 maggio 2022


Riflessione sul Vangelo della domenica

di Alessandra e Luca Monsecato

La pagina del Vangelo di questa domenica ci riporta sul lago di Tiberiade dove si trovano Pietro e altri discepoli, tornati alle fatiche del loro vecchio lavoro. Tristi e desolati per non aver pescato nulla, sembrano essere in balia del fallimento e dell’incertezza che stanno vivendo.

Ma ecco che Gesù si reca in quel luogo, luogo di fatica e di amarezza, trasformando radicalmente la situazione come solo Lui sa e può fare. Le emozioni di questi discepoli sono le stesse che attanagliano tutti noi, sposi, genitori e figli, quando abbiamo la sensazione di non riuscire a “pescare” nulla, quando viviamo la paura del fallimento delle attività e delle relazioni quotidiane, quando gli obiettivi che ci prefissiamo risultano difficili da raggiungere e da portare a termine.

Chi di noi non si è mai sentito fallito come sposo, o come genitore, o come figlio? Basta pochissimo, un brutto voto, un litigio, un problema al lavoro o un’incomprensione, per mettere in discussione le nostre identità familiari e di coppia.

L’invito che Gesù rivolge ai discepoli di “gettare le reti” è un invito diretto a tutti noi: “Abbiate fiducia in me” sembra volerci dire. La verità è che Gesù non ci lascia mai soli e interviene nei luoghi della nostra vita: si serve di persone, situazioni, parole e gesti per venire in nostro soccorso e riaccendere la speranza e la gioia di un nuovo inizio.

Quando in famiglia arriviamo a toccare la notte buia, la tristezza e la delusione, è proprio allora che Gesù interviene e ci fa vivere la gioia della Pasqua. Le testimonianze di tantissime famiglie cristiane che hanno partecipato alla via Crucis con il Papa, ci hanno rammentato come, nei momenti dolorosi, la luce di Cristo possa divenire luce di speranza.

Solo quando i nostri cuori esultano e traboccano della gioia della Resurrezione, possiamo dire di essere veramente famiglie “pasquali”! Saremo in questo modo, in grado di rispondere con un: «Si, ti amiamo Signore Gesù!» alla domanda che Gesù ci fa: «Famiglia, mi ami tu?».

VANGELO
Gv 6,41-51

Vangelo

Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro,così pure il pesce.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 21,1-19
 
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Parola del Signore.