Il Vangelo nella famiglia – 24 aprile 2022


Riflessione sul Vangelo della domenica – Festa della Divina Misericodia

di Ivana e Giovanni Granatelli

Carissimi fratelli e sorelle, cari sposi e care famiglie amate dal Signore, eccoci giunti alla seconda domenica di Pasqua, la “Dominica in Albis”, alla quale è stato aggiunto anche il titolo significativo di “Domenica della Divina Misericordia”.

La Chiesa ci propone una stupenda pagina di Vangelo in cui si parla di ben due apparizioni di Gesù ai discepoli che Egli amava, si parla di gioia, di fede ma soprattutto di un incontro davvero speciale e unico, quello del Risorto con Tommaso. A questo discepolo guardiamo spesso scandalizzati, storcendo un po’ il naso, con un certo disappunto e apostrofandolo come l’incredulo. In effetti Tommaso solo dopo un doloroso travaglio, solo dopo essere stato raggiunto dalla tenerezza di Gesù è riuscito a fare il salto di qualità e si è rivelato un campione della fede, si getta ai piedi di Gesù e gli dice tutto il suo amore, facendo così la più alta confessione di fede di tutto il Nuovo Testamento: “Mio Signore e Mio Dio”. Dopo la morte di Gesù i discepoli sono impauriti delusi scoraggiati, tristi, hanno perduto il loro Maestro, la Via, la Verità e la Vita … porte e finestre sbarrate, voci sommesse, sguardi bassi, spenti e spaventati, cuori attanagliati dal terrore di fare la stessa fine violenta di Gesù, emergono tutte le più segrete fragilità e debolezze ma soprattutto una grande povertà di fede.

Anche noi spesso, come loro, nella vita di ogni giorno a livello personale, nella relazione coniugale o in famiglia ci lasciamo attanagliare dai problemi, di fronte alle difficoltà ci chiudiamo in noi stessi, nel nostro dolore, nelle preoccupazioni economiche e di come arrivare a fine mese, nel fallimento del nostro ruolo genitoriale, nei nostri pensieri oscuri e inconfessabili, nella paura di non farcela, di perdere qualcuno o qualcosa, nei nostri errori. Ci chiudiamo a riccio, pronti anche a sfrecciare i nostri aculei contro chi si avvicina per tenderci la mano, accompagnarci nel momento della prova o semplicemente per ascoltarci, rassicurarci e starci vicino. Capita alle famiglie di barricarsi in casa lasciando tutti fuori. Ci capita personalmente di lasciare fuori dalla nostra vita o da una circostanza precisa perfino le persone più prossime e più care, lo sposo, la sposa, i figli, i fratelli. Il nostro cuore, la nostra casa si trasformano in piccoli fortini inespugnabili. Ecco, Gesù è il Solo che può entrare a porte chiuse.

Cari fratelli, cari sposi, care famiglie, non resti chiuso e indurito, oggi, il nostro cuore e se anche abbiamo serrato i chiavistelli di casa, dato le mandate alla porta d’ingresso, sbarrato le finestre, non importa, invochiamo il nome di Gesù. Signore Gesù, entra nelle nostre case, nei nostri cuori, nelle nostre famiglie.

Vieni Signore Gesù, manda il Tuo Spirito, vieni come un vento impetuoso, vieni come brezza leggera, vieni in un baleno luminoso, vieni e rivolgi anche a noi il Tuo augurio di festa: “La pace sia con voi”. Ridonaci la serenità e la gioia perdute, trasforma la timidezza in fortezza, l’incredulità e la tiepidezza in viva e ardente fede, l’aridità e la sterilità delle nostre relazioni in fecondità di amore, di accoglienza, di reciprocità, di perdono, di bontà.

Quante volte, come Tommaso, che non era presente al primo incontro con il Signore, ci sentiamo risentiti, amareggiati, esclusi, arrabbiati e delusi, non ci fidiamo di Dio e non ci fidiamo degli altri, pretendiamo che tutto ci sia dovuto. Tommaso incalza con delle richieste egoistiche, pretenziose, quasi minacciose: “Se io non vedo, se io non tocco con le mie mani le ferite, le piaghe, i segni della passione sul corpo di Gesù, io mi rifiuto di credere”. Nonostante la rabbia, però, non se ne va, non molla, resta a casa con i suoi fratelli, attende e va fino in fondo alle sue fragilità, fino ad incontrare il Signore e commosso si arrende e finalmente comincia a credere.

Signore Gesù ci presentiamo a te, consapevoli che non comprendiamo tutto quello che ci capita, ma crediamo che tu puoi trasformare ogni situazione negativa in una opportunità di bene, ogni momento di confusione e di buio in chiara e radiosa luce e ogni dura prova nella prova che Tu ci ami, che ci sei sempre, che non ci lasci soli mai, che ci raggiungi teneramente e ti chini sulla nostra incredulità, cecità e debolezza. Tu non ti scandalizzi di noi e non esiti a farci toccare le Tue piaghe e a farci penetrare nel Tuo costato squarciato d’amore e sempre aperto per noi. Vogliamo baciare, adorare e amare le tue piaghe. Dalle Tue piaghe veniamo guariti.

Carissimi, apriamoci alla Grazia e consegniamo, con gioia e fiducia, le chiavi di casa a Cristo che, oggi, fa risorgere con Lui i nostri cuori, i nostri matrimoni e le nostre famiglie, perché possiamo dire: «Oggi la Salvezza e la Resurrezione sono entrate in casa nostra». Cristo è risorto veramente! Rallegriamoci nel Signore! Amen, Alleluia.

Vangelo

Otto giorni dopo venne Gesù.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 20,19-31
 
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Parola del Signore.