Il Vangelo nella famiglia – 27 febbraio 2022


Riflessione sul Vangelo della domenica

di Alessandra e Luca Monsecato

Nella pagina del Vangelo di questa domenica, Gesù ci spinge a fare una profonda riflessione riguardo la qualità delle nostre relazioni. In particolare, la frase «Perchè guardi la pagliuzza che è nell’occhio del fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo» sembra sia stata estrapolata da un manuale di psicologia per spiegare in modo semplice e concreto, un meccanismo che utilizziamo frequentemente, seppur in maniera inconsapevole, nel rapporto con gli altri. 

Ci capita infatti spesso, di proiettare sulle persone vicine a noi sentimenti e caratteristiche che in realtà ci appartengono e sono nostre: ciò significa che quanto più un comportamento o un atteggiamento dell’altro ci infastidisce, tanto più potrà esserci un’alta probabilità che quello stesso modo di fare sia presente in noi. 

La famiglia è sicuramente il campo dove meglio ci esercitiamo a trovare la pagliuzza nell’occhio del fratello e a negare l’esistenza di una trave nel nostro. Pensiamo a tutte le volte in cui puntiamo il dito contro il coniuge, pronti a elencarne limiti e difetti che così tanto ci infastidiscono. 

Gesù nella sua concretezza, ci invita a fare luce su questo tipo di atteggiamento, per prendere maggiore consapevolezza del fatto che non possiamo pretendere che sia sempre e solo l’altro a riconoscere i suoi errori. Mio marito o mia moglie, in verità, mi aiuta a riconoscermi per ciò che veramente sono: una creatura con tutti i suoi limiti, ma amata da Dio nonostante tutto! Pensare di essere perfetti non ci aiuta a fare entrare Dio nella nostra vita!

La famiglia, così, è il luogo in cui abbiamo la possibilità di sperimentare l’amore di Dio, attraverso i suoi componenti, che più di ogni altro, ci rimandano a una visione veritiera e trasparente delle nostre miserie, consentendoci di aprire il cuore a Dio!

Finiamo spesso per essere dei ciechi che non riconoscono le loro cecità: una persona che non vede non può indicare la strada ad un’altra!

Chiediamo allora allo Spirito Santo di guarirci dalla cecità su noi stessi, perché attraverso la sua luce possiamo finalmente guardarci e accettarci per ciò che siamo: figli di Dio, amati dal Padre!


Vangelo

La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,39-45

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

Parola del Signore.