Il Vangelo nella famiglia – 10 ottobre 2021


Riflessione sul Vangelo della domenica

di Lina e Dino Cristadoro


L’anelito di sempre, insito in ogni uomo: la vita eterna! Consapevole o no, ciascuno ha nel proprio DNA bisogno d’infinito.

Il giovane ricco che è in noi grida a Gesù la domanda di colui che è alla ricerca del senso della propria esistenza: «cosa devo fare per avere la vita eterna?». 

Spogliarsi di sé per entrare nel pensiero di Dio. Ma come può l’uomo da solo? Gesù ci rassicura perché Egli stesso ci salva.

Quello che colpisce in questo episodio è la grande attenzione di Gesù. Egli si ferma al richiamo del giovane, lo guarda e “lo ama”. In quello sguardo c’è la misericordia infinita del Signore, Egli sa, conosce il cuore dell’uomo e quanto sia difficile abbandonarsi a Lui.

Quante volte all’interno delle nostre case, ci siamo rivolti a Gesù correndoGli incontro, gettandoci in ginocchio davanti a Lui, perché ci vediamo smarriti nel cammino che abbiamo intrapreso come coppia e come famiglie.

Il “si” che ci siamo promessi il giorno del matrimonio, si è affievolito, soffocato talvolta dal nostro io. “Cosa devo fare Maestro”?

Accogliere l’altro, dono di Dio per la nostra vita, diverso da noi, con i suoi doni ed i suoi talenti, con la sua personalità.

Spogliarsi delle proprie ricchezze e convinzioni non significa tuttavia rinunciare alla propria personalità, ma fare spazio all’altro per accoglierlo, per valorizzarlo, per camminare insieme ed essere “una sola carne”.

Ciò è possibile solo se si appoggia la propria esistenza, la propria sicurezza non a partire dall’altro o da ciò che si possiede di materiale, ma da Dio.

Il giovane se ne va triste perché ha molto di “suo” a cui non vuole rinunciare.

Com’è difficile lasciare andare i nostri piccoli o grandi “tesori”, ciò che abbiamo eletto a scopo della nostra vita! È difficile accettare l’invito del Signore: «Va, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri, ed avrai un tesoro nel cielo; e prendi la tua croce e seguimi».

Gesù vuole essere “di più” della più grande gioia che possiamo sperimentare, Egli vuole ricondurre gli sposi e le nostre famiglie alla povertà evangelica: i piccoli del Vangelo che tutto amano, tutto credono, tutto sperano perché Gesù è la certezza, Egli cammina sempre con noi.  

Occorre, oggi più che mai, stare accanto alle famiglie in difficoltà, condividere anche i beni materiali perché tutti abbiano il necessario, è una esigenza di tante famiglie;

Le famiglie sono chiamate ad essere lievito nella Chiesa e nella società. È importante essere ancor più protagonisti nelle sedi istituzionali affinché vengano promosse leggi eque che favoriscano il giusto bene per ogni uomo.

La nostra vocazione al matrimonio è una scelta radicale che coinvolge mente, cuore, volontà e azione, responsabilità.

Scegliamo uno stile familiare sobrio, essenziale, semplice dove regna la gioia dello stare insieme, del condividere, con la certezza che il Signore rivolge il suo sguardo alle nostre realtà e “ci ama” sempre ed in ogni circostanza.

Papa Francesco 3 giugno 2015

«Noi cristiani dovremmo essere sempre più vicini alle famiglie che la povertà mette alla prova…  la miseria sociale colpisce la famiglia e a volte la distrugge. A questi fattori materiali si aggiunge il danno causato alla famiglia da pseudo-modelli, diffusi dai mass-media basati sul consumismo e il culto dell’apparire, che influenzano i ceti sociali più poveri e incrementano la disgregazione dei legami familiari. Curare le famiglie, curare l’affetto, quando la miseria mette la famiglia alla prova! La Chiesa è madre, e non deve dimenticare questo dramma dei suoi figli.

Preghiamo intensamente il Signore, che ci scuota, per rendere le nostre famiglie cristiane protagoniste di questa rivoluzione della prossimità famigliare, che ora ci è così necessaria!  

VANGELO
Mc 10,17-30

Vendi quello che hai e seguimi.

✠ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

Parola del Signore.