Il Vangelo nella famiglia – 29 agosto 2021


Riflessione sul Vangelo della domenica

di Maria e Sebastiano Fascetta

La pericope evangelica di questa domenica ci aiuta a comprendere la sacralità del quotidiano vivere e del relazionarci, a partire dallo spazio domestico della famiglia. Gesù, infatti, parla di qualcosa di molto quotidiano: mangiare, lavare le stoviglie, tornare dal mercato. Queste, insieme ad altre, attività possono essere vissute in modo automatico, meccanico, inconsapevolmente oppure come possibilità di reciproca santificazione e dunque crescita nell’amore. La santità coniugale, infatti, accade nelle cose ordinarie e non negli eventi straordinari. Erroneamente pensiamo che per diventare santi dobbiamo staccarci dall’ordinario, dobbiamo cercare spazi adeguati, trovare momenti particolari, sentirci in pace con noi stessi, raggiungere un certo stato di perfezione.

Scrive Papa Francesco: «… coloro che hanno desideri spirituali profondi non devono sentire che la famiglia li allontana dalla crescita nella vita dello Spirito, ma che è un percorso che il Signore utilizza per portarli ai vertici dell’unione mistica» (AL, n. 316). Il Vangelo ci invita a superare la mentalità tradizionalista che separa l’umano dallo spirituale, il sacro dal profano, come anche la logica della meritocrazia che ritiene che Dio ami in modo particolare quelle famiglie, quei coniugi che si sforzano di assumere forme di ascetismo, di spiritualismo misticheggiante alla ricerca di perfezionismo religioso, magari aumentando la preghiera ma diminuendo il dialogo, la cura reciproca, la tenerezza quotidiana. Si tratta, invece, di vivere le occupazioni di ogni giorno come possibilità sempre nuove per amare senza giudicare, senza pretendere nulla, senza presumere nulla, senza interferire nella realtà, senza voler cambiare nostra moglie, marito, figli. La santità si realizza nella maniera in cui la famiglia diventa spazio di verità ove ciascuno impara a essere se stesso in relazione all’altro diverso da se.

«Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno» (Gaudete et exsultate n.14).

Esercitiamoci nel vivere bene ogni cosa, con cura, attenzione, tenerezza, senza cedere alla logica del “mi piace” e “non mi piace”, senza fuggire dalla realtà, senza cercare spazi “sacri” ma aprendo il cuore al bene possibile nell’adesso dell’amore.

VANGELO
Mc 7,1-8.14-15.21-23

Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.

✠ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Parola del Signore