Il Vangelo nella famiglia 6 giugno 2021


Riflessione sul Vangelo della domenica – Corpus Domini

di Ivana e Giovanni Granatelli

Carissimi fratelli e sorelle, cari sposi e care famiglie amate dal Signore, oggi la Chiesa, con grande gioia, celebra la solennità del Corpus Domini, celebra il Corpo e il Sangue di Cristo, il dono ineffabile dell’Eucarestia. La Chiesa vive dell’Eucaristia, ogni credente vive dell’Eucarestia, ogni coppia di sposi vive dell’Eucarestia. “Qui c’è il tesoro della Chiesa, il cuore del mondo.” E non si tratta solo di un ricordo di fede, di un rito, di un memoriale, poiché l’Eucaristia è un dono prezioso, il dono per eccellenza, è il dono dei doni. 
Durante la consacrazione infatti avviene il miracolo dei miracoli: il pane e il vino si trasformano nel Corpo e nel Sangue del Signore. Dentro quel piccolo, semplice e umile pezzo di pane c’è Gesù, Tutto, tutta la sua persona, corpo, sangue, anima, divinità, c’è dentro la sua storia, la sua vita appassionata d’amore per me, per te, per tutti, c’è la sua parola, il suo sguardo, i suoi gesti, l’ascolto, c’è il battito del suo cuore, c’è tutta la sua tenerezza, la cura per ciascuno di noi, c’è la sua carezza che ci fa sentire profondamente amati, perdonati, compresi, non giudicati, ci fa sentire sanati, consolati, fortificati, illuminati, benvoluti, accolti e custoditi. Come è bello pensare con quanta cura e attenzione Gesù abbia preparato ogni cosa, abbia pensato alla cena più importante, al luogo preciso, ovvero una casa accogliente, calda, gradevole, un ambiente intimo che profuma di famiglia. Ancora oggi Gesù cerca una casa dove fare la Pasqua con noi. Dio cerca casa!
Dio non si vergogna di noi, di abitare la nostra casa, bensì, è onorato di venire dentro di noi, è onorato di donarsi totalmente a noi e di ricevere tutta la nostra persona, la nostra vita e il nostro cuore. È Dio che mi cerca, è Lui che non può stare senza di me, che ha bisogno della mia compagnia, una compagnia fatta anche di silenzi, di luci e di ombre, di dubbi, di fragilità, di errori e di
superficialità. Gesù amava condividere la tavola e mangiare con tutti, non con i perfetti, con i primi, con i puri, ma con gli ultimi, gli esclusi, i peccatori, i poveri e tutti coloro che nessuno voleva. Ancora oggi Gesù, attraverso l’Eucaristia, offre a tutti il suo sostentamento, un cibo dolce di salvezza, un banchetto festivo che ci fa ricchi di Spirito Santo, ricchi di vita nuova, di gioia, di comunione, di condivisione e di amore. Quando si parla di banchetto e di festa, subito vengono in mente un banchetto di nozze, gli sposi, i cibi succulenti e il vino della gioia. Cari sposi, nel banchetto eucaristico il Signore ci dona tutta la sua grazia e tutto quello di cui abbiamo bisogno, anche oltre le nostre aspettative. Nell’Eucarestia, non solo per noi sposi, ma per tutti, si realizza quello che ci dice San Paolo: «quando sono debole, è allora che sono forte» (2Cor 12,10b), perché Tu Signore sei la mia forza, quando sono triste è in Te che trovo la gioia perché Tu sei la vera gioia, quando sono ferito, oppresso, malato è in Te che trovo guarigione, vita e salvezza, quando sono povero allora sono ricco perché Tu Signore sei la mia ricchezza. 
Carissimi, possa ciascuno di noi, nutrito dall’Eucaristia, dire: “Signore mi basta la tua grazia”. 
Donaci sempre il pane del cielo e il vino nuovo della gioia, facci diventare uomini e donne nuovi, sposi nuovi, irrorati dallo Spirito Santo, fa di noi sposi luminosi, creativi e fecondi. Signore Tu non ci hai pensati per vivere in buona pace e morire in buona salute ma ci hai creati per amare e se l’amore è dono, allora carissimi, ognuno di noi, ogni coppia e ogni famiglia diventi quel dono, un dono straordinario, audace, sorprendente: impariamo ad amarci e ad amare alla divina!
E con il cuore colmo di gratitudine ringraziamo il Signore per il dono dell’Eucaristia che ci eleva allo stato di figli del Padre e non più prigionieri del mondo e della carne. “Io vi ho dato l’esempio” dice il Signore. Amen. Alleluia. 

VANGELO
Mc 14,12-16.22-26

Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue.

✠ Dal Vangelo secondo Marco

Il primo giorno degli àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».

Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».

I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Parola del Signore