Riflessione sul Vangelo della domenica di Pasqua
di Lina e Dino Cristadoro
Alleluja Cristo è risorto!
Cristus anestis! Chiunque abbia il privilegio di entrare nel santo sepolcro a Gerusalemme troverà questo annuncio, il grido di gioia che attraversa da duemila anni la storia del cristianesimo. La morte è sconfitta, il debito è stato pagato. Tutto risorge, tutto ritorna alla luce. Maria, “quando era ancora buio” vide che la pietra era stata tolta.
“Alzati gli occhi, videro che la pietra era stata rotolata; ed era pure molto grande” (Mc 16,3b-4). Quante volte per la nostra poca fede, non vediamo che “qualcuno” ha già tolto la pietra molto grande che ci impedisce di vedere il sepolcro vuoto, perché brancoliamo nel buio. Il buio della delusione, della sconfitta, della malattia, della povertà. Chi manderà il Signore oggi a rotolare la pietra posta davanti alla nostra vita, alla vita di tante famiglie? Siamo chiamati, come famiglie a collaborare con gli angeli mandati da Dio per sostenere chiunque viva sotto il potere delle tenebre. Non abbiamo dunque paura, Cristo è risorto! Non è più nel sepolcro “ma è altrove”, l’altrove della storia di ogni tempo è il luogo della misericordia, del perdono, della giustizia, dell’alleanza. Lì troviamo il Signore, in tutte le morti sconfitte delle nostre realtà umane e familiari: nei corpi lacerati degli ammalati, dei disabili, degli affamati di pane e d’amore; nel cuore dei tanti papà e mamme che non riescono a mettere in tavola il pane quotidiano, negli anziani per i quali la memoria si è fermata; lì il Signore si è fatto compagno e viene a risorgere attraverso le nostre mani ed il nostro farci prossimo. “Ecco perché la famiglia «è sempre stata il più vicino “ospedale”». Prendiamoci cura, sosteniamoci e stimoliamoci vicendevolmente.” (Papa Francesco, AL).
All’annuncio di Maria, i due discepoli “corrono insieme”, entrambi vogliono vedere con i loro occhi: come può essere che il sepolcro sia veramente vuoto? Hanno visto Gesù morto sulla croce e, nonostante il loro Maestro avesse loro preannunciato che dopo tre giorni sarebbe risorto, non credono, pensano che qualcuno possa avere rubato il corpo del Signore. Questa è anche la nostra incredulità, quella che attraverso il dubbio dei “suoi” ci dà certezza della resurrezione.
Il sepolcro è vuoto. I due discepoli, (potremmo essere anche noi coppie!), arrivano e con trepidazione accertano che nel sepolcro vi sono solamente le bende: segno di un corpo che non è più lì. Cristo speranza, ridona la vita a tutto ciò che “sembra” sepolto. “La speranza è audace, sa guardare oltre la comodità personale, le piccole sicurezze e compensazioni che restringono l’orizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa». Camminiamo nella speranza” (Papa Francesco, FT).
“Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti.” (Mc 16, 7). Alzati famiglia! Risorgi! Mostra tutta la tua bellezza, Diventa ciò che sei! (come esortava Giovanni Paolo II), tu sei Vangelo, buona notizia per la Chiesa, per la società, il mondo intero!
Buona Pasqua di resurrezione!
Dio nostro, Trinità d’amore, dalla potente comunione della tua intimità divina effondi in mezzo a noi il fiume dell’amore fraterno. Donaci l’amore che traspariva nei gesti di Gesù, nella sua famiglia di Nazaret e nella prima comunità cristiana.
Concedi a noi cristiani di vivere il Vangelo e di riconoscere Cristo in ogni essere umano, per vederlo crocifisso nelle angosce degli abbandonati e dei dimenticati di questo mondo e risorto in ogni fratello che si rialza in piedi.
Vieni, Spirito Santo! Mostraci la tua bellezza riflessa in tutti i popoli della terra, per scoprire che tutti sono importanti, che tutti sono necessari, che sono volti differenti della stessa umanità amata da Dio. Amen.
Papa Francesco 3 ottobre 2020
VANGELO
Egli doveva risuscitare dai morti.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 20,1-9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.