Il Vangelo nella famiglia 15 novembre 2020


Riflessione sul Vangelo della domenica

di Alessandra e Luca Monsecato

La parabola dei talenti, Vangelo di questa domenica, mette in primo piano la figura di un Dio datore di doni che ha verso i suoi figli una fiducia assoluta, tale da affidare loro tesori diversi, in base alle capacità di ciascuno. Ciò che ci viene chiesto è di gestire questi beni con sapienza, consapevolezza e responsabilità mettendoli al servizio del Regno. Questi preziosi tesori servono a dare vita, amore e speranza a tutti coloro che incontriamo, al mondo che è in attesa della buona novella.

Nell’ottica dell’amore evangelico, la famiglia diventa luogo santo in cui far fruttare tutti i talenti naturali e spirituali che la caratterizzano e la rendono unica e irripetibile. Allora la fede, il cammino con i fratelli, i sacramenti, la Parola, lo Spirito Santo ma anche la creatività, la genialità, la tenerezza, la sensibilità sono tutti doni che generano vita, se accolti come regali di Dio che portano grazia su grazia.

Noi sposi abbiamo il compito di sostenerci a vicenda, aiutandoci reciprocamente nella scoperta dei talenti propri e dell’altro affinché siano messi al servizio della comunità e della famiglia stessa. La bellezza della diversità che emerge così all’interno della coppia ci aiuta ad apprezzare maggiormente l’altro.

Scrive Robert Cheaib: “Abbracciare la diversità, invece di circuirla, è l’occasione per essere coppie ricche, creative e complementari. Ognuno apporta al noi il suo stile, la sua grazia, la sua bellezza”. Nella visione di un Dio che dona, la coppia realizza se stessa donandosi agli altri tramite i propri carismi.

Come genitori, spesso distratti dalla routine quotidiana, abbiamo difficoltà a percepire i nostri figli come scrigni che contengono tesori nascosti! Talvolta le aspettative nei loro confronti ci impediscono di vedere quali sono le loro reali capacità. Il nostro compito è invece quello di scrutare, individuare e far venire fuori i loro talenti, perché anche loro possano prenderne consapevolezza e rispondere alla chiamata d’amore di Dio.

Lo Spirito Santo, nostro compagno di vita, ci aiuti allora a realizzarci in questo disegno di misericordia e d’amore che il buon Dio ha scelto per noi, affinché l’intera famiglia, con i suoi talenti, a servizio del Padre, diventi essa stessa talento!

 

VANGELO
Mt 25,14-30

Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti». Parola del Signore. Forma breve: Dal Vangelo secondo Matteo (25, 14-15.19-21) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone».

Parola del Signore