Novena di Pentecoste in famiglia – 6° giorno


Meditazioni per la novena di Pentecoste in famiglia – 6° giorno

di Alessandra e Luca Monsecato 

«La sovrabbondanza del Dio amore si manifesta nel suo essere uno e trino. Quest’icona della Trinità ci mette dinanzi alla verità dell’amore, al gioco eterno d’amore che unisce Padre, Figlio e Spirito Santo e ci rivolge l’invito come singoli e come coppie: vuoi giocare?» ( Robert Cheaib, Il gioco dell’amore).

Non sempre riusciamo a rispondere in totale pienezza e consapevolezza alla richiesta che Dio ci pone innanzi. Pensando alla nostra vita di sposi, spesso cadiamo nell’errore di credere che il nostro matrimonio funzioni per le nostre capacità umane di pazienza, costanza, buona volontà, fiducia nell’altro. Ma è proprio quando percepiamo i nostri limiti e le nostre miserie che ci rendiamo conto, che la vita di noi sposi non è solo “nostra”, ma è alimentata da qualcosa di più grande, da un amore che oltrepassa la nostra umanità. È lo Spirito Santo che ci fa fare esperienza dell’amore di Dio Padre e che rappresenta la forza vitale, il motore delle nostre anime, della nostra sfera affettiva, sessuale, genitoriale. Tramite il Consolatore, Gesù entra in intimità con “noi coppia” in modo unico e irripetibile. Allo stesso modo è unica e irripetibile l’intimità tra gli sposi che attraverso la presenza misericordiosa di Gesù imparano ad amarsi reciprocamente, a condividere successi, malattie, preoccupazioni, con un amore che va al di là delle prerogative umane.

Lo Spirito Santo ci nutre di quell’amore, che ci permette di amare l’altro in tutta la sua dimensione carnale, affascinante ma al tempo stesso piena di limiti e difetti e soprattutto ci rende capaci di morire a noi stessi per poi risorgere. Noi sposi dovremmo chiederci se abbiamo consapevolezza del fatto che con il matrimonio siamo saliti sulla croce e che il sacramento del Matrimonio è “il richiamo permanente di ciò che è avvenuto sulla croce”. Gesù che rimane con gli sposi dà loro la forza di amare fino a dare la vita per amore, fino a morire sulla croce” (Don Renzo Bonetti, Felici e santi). Questo ci fa pensare che tramite noi, per mezzo dello Spirito Santo, Gesù si mostra al mondo. Abbiamo come sposi una missione importantissima: quella di fare conoscere al mondo il vero volto di Cristo, che si è donato per amore e che si dona ancora oggi, anche tramite noi, al mondo intero.

Allora la nostra casa, la nostra famiglia diventano di conseguenza terreno sacro, spazio santo dove agisce lo Spirito; il nostro tempo è tempo santo in cui Gesù si mostra agli altri. È meraviglioso! Lo Spirito si serve di noi come canali di grazia per farsi conoscere, per condurre l’intera umanità a Cristo, fonte di salvezza, realizzando il disegno d’amore di Dio Padre.

Lo Spirito Santo ci aiuti allora, a sentire in maniera forte la chiamata ad essere sposi cristiani, per poter partecipare in pienezza al gioco dell’amore a cui siamo stati chiamati. E quando la famiglia vive il coraggio di lasciarsi forgiare e modellare dallo Spirito Santo «allora sperimenta con la grazia la bellezza dell’“amare da Dio”, quell’amore incondizionato che infonde risurrezione dove passa, quell’amore creativo che accoglie la povertà propria e dell’altro e vi infonde la potenza tenera dell’amore» (Robert Cheaib, Il gioco dell’amore).