Il Vangelo nella famiglia – 1 settembre 2019


Riflessione sul Vangelo della domenica 

 

di Lina e Dino Cristadoro 

Luca, nel suo Vangelo, colloca il racconto in un contesto familiare: a tavola, in giorno di sabatoa casa di un capo dei farisei. Probabilmente con i suoi discepoli. L’occasione è propizia per Gesù per riprendere gli invitati che sceglievano i primi posti. Lui li invita a non mettersi in mostra, ad essere sobri anche nella scelta dei posti. Un invito alla consapevolezza di sé ed al rispetto per gli altri; è come se li invitasse a guardarsi con umiltà, a non considerarsi mai superiori agli altri, ad essere pronti a cedere “il posto”.

Quale sublime via ci indica il Maestro! Quante inutili tensioni si potrebbero evitare nelle nostre relazioni interpersonali e soprattutto nella famiglia, quando uno vuole sopraffare l’altro, magari imponendo modi di pensare o di agire che sono solo nostri e non dell’altro. Quanta mancanza di rispetto e quanta poca considerazione di chi ci stà accanto, quando pretendiamo di avere il primo posto.

Quanta tristezza e rassegnazione che generano poi negazione della propria persona, una  spirale che spesso cattura anche i figli.

Rispetto per ciascuno ci insegna Gesù! Ciascuno ha il proprio talento, il proprio “posto” e, se occorre, verrà chiamato, gli verrà chiesto di venire avanti, di mostrarsi, di donare se stesso: «Amico, vieni più avanti!».

Operare sempre per una perfetta comunione, tacere quando occorre, accogliere e perdonare anche quando il cuore e le ferite ci porterebbero altrove: «Chi si umilia sarà esaltato».  

Sarà esaltato il Signore nella nostra unione, sarà onorato il sacramento che abbiamo celebrato. Il “si” che ci siamo scambiato.

Gesù si rivolge poi al padrone di casa, a colui che lo ha invitato, pur nella certezza che tutti lo stessero ascoltando;loro un insegnamento che potremmo definire controcorrente, «Non invitare chi può ricambiare, non invitare i tuoi parenti o amici, ma vai per le strade a raccogliere tutti i bisognosi e invita loro» (cfr Luca 14,12-14).

Gesù usa spesso un linguaggio ed esempi che sembrano davvero essere fuori da ogni logica umana, ma in realtà lo stupore che Egli suscita, permette a ciascuno di mettere in discussione le proprie convinzioni, ci invita ad un cambio di mentalità: la gratuità, lo sguardo libero da convenzioni umane e sociali; desidera muoverci dalle nostre comodità, ci sprona a diffondere il messaggio dell’amore a tutti, ad uscire (per usare un verbo caro a Papa Francesco).

Uno sguardo “allargato”, un abbraccio alle famiglie che, oggi, soffrono ogni genere di povertà, sordità, disabilità, o cecità.

Al di fuori del nostro stretto cerchio di amicizie e conoscenti, là dove il mondo offre banchetti avvelenati, Gesù ci invita ad offrire il banchetto della gioia, della condivisione, del sostegno fraterno, della preghiera condivisa.

Tuttavia, non potremmo offrire banchetti di “nozze” agli altri, se anche noi coppie cristiane, non avremo gustato quanta bontà e quanta sazietà ci può procurare celebrare ogni giorno il sacramento del matrimonio nelle nostre case dove portiamo ogni genere di bisogno e dove insieme sperimentiamo la bellezza del banchetto di nozze a cui ci invita Gesù, sposo eterno!

 

VANGELO
Lc 14,1.7-14

Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

Dal Vangelo secondo Luca.

Avvenne un sabato che Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo.
Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
Disse poi a colui che l’aveva invitato: quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti.