Il Vangelo nella famiglia – 11 agosto 2019


Riflessione sul Vangelo della domenica 

di Ermelinda e Franco Cidonelli 

Il Vangelo di questa domenica ci invita alla Fede. Ma la fede non è qualcosa di astratto, va vissuta nella quotidianità, sapendo dare il giusto valore alle cose materiali (il denaro, la casa, il lavoro la famiglia, ecc. ) che ci sono donate per il nostro bene e per il bene di chi il Signore ci mette accanto.

Una fede vigilante pronta ad accogliere e vedere il passaggio del Signore nella nostra vita (con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese) come gli ebrei attesero il passaggio del Signore per essere liberati dalla schiavitù d’Egitto.

Il Signore viene, non solo nel momento finale della nostra vita terrena ma, ogni giorno, passa nella nostra storia quotidiana, allora beati noi se siamo quei servi che il Signore troverà pronti e che lo riconoscono.

Ma c’è un aspetto che vogliamo sottolineare.

Prima della nostra fede in Dio, c’è la Fede di Dio verso l’uomo, di un Dio che dice ad un popolo: «Tu puoi essere non più schiavo ma libero» (I lettura); che dice ad Abramo e Sara «tu puoi essere padre e madre di molti popoli» pur essendo sterili (II lettura); che dice ad ognuno di noi: «ti affido i miei beni perché tu puoi essere l’amministratore fedele».

Dio ha fede in me ha fede in te, perché conosce le nostre capacità più di noi stessi e ci invita ad usarle per essere quei beati quando il Signore passerà («Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!»).

Il Vangelo e tutte le letture di oggi ci pongono  delle domande:

Come viviamo concretamente la nostra Fede?

Qual è il “il tesoro” che  cerchiamo, valorizziamo, custodiamo, nella nostra vita (la casa, il lavoro, i figli , il denaro, il coniuge o…)? (Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore). 

Riusciamo a vedere la presenza di Dio nel quotidiano? (perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno).

Potremmo scoraggiarci dinanzi a queste parole e nella sua tenerezza il Padre ci anticipa per questo inizia con il suo “ Non Temere”, perché Lui non è il Dio Giudice, ma il Padre che affida ai suoi figli i suoi beni  e chiede loro di amministrarli.

Le nostre case  diventino allora quella Terra promessa in cui il signore ci conduce perché possiamo coltivarla e nutrirci dei suoi frutti.

VANGELO

Lc 12,32-48

Anche voi tenetevi pronti.

Dal Vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.

Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.

Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!

Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».

Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.

Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.

Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.

A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».