Il Vangelo nella famiglia – 28 luglio 2019


Riflessione sul Vangelo della Domenica

 

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di Rosa Maria e Giorgio Middione 

La Parola che il Signore ci dona in questa domenica, parla del valore della preghiera nella nostra vita cristiana.

La preghiera rappresenta un momento di dialogo intimo, profondo e speciale con il Padre, in cui aprire il proprio cuore senza alcun timore, con atteggiamento di totale abbandono.

Non cadiamo nella tentazione di trasformare la preghiera in un semplice ed accorato elenco di richieste, essa consiste anzitutto nell’ascoltare Dio, prima ancora di parlargli.

Chi prega si mette in ascolto prima di chiedere a Dio qualcosa. In questo personale incontro, possiamo anche esprimere le nostre preoccupazioni, tormenti, angosce, desideri, con la certezza che il Signore è sempre pronto ad ascoltarci. La preghiera è stare con Dio, è uno strumento potente, diventa consolazione nei momenti di tristezza, forza e perseveranza nella prova.

“Gli antichi dicevano che pregare è respirare”. Il respiro indica che siamo in vita, la sua assenza esprime, invece, morte.

«L’oggetto della preghiera passa in secondo piano; ciò che importa prima di tutto è la relazione con il Padre. Ecco cosa fa la preghiera: trasforma il desiderio e lo modella secondo la volontà di Dio, qualunque essa sia, perché chi prega aspira prima di tutto all’unione con Dio, che è amore misericordioso» (Papa Francesco).

Nella preghiera è al buon Padre che noi dobbiamo rivolgerci perché Lui conosce, sa di cosa abbiamo bisogno perché siamo suoi figli.

Conosce il nostro animo e desidera il nostro bene sopra ogni cosa, anche se non sempre corrisponde con ciò che domandiamo nelle nostre suppliche. Possiamo, dunque, fare delle richieste, seguendo quello che è il nostro bisogno umano, ma poi lasciamo tutto nelle mani di Dio, lasciamo fare a Lui che è nostro Padre, perché Lui vede più lontano di noi.

Pregare, affidandoci sinceramente ed incondizionatamente alla volontà di Dio, accettando che si realizzino i Suoi progetti nella nostra vita, diventa espressione della nostra fede ed alimenta il rapporto di vicinanza ed intimità con il Signore.

È un atto di Fede in cui abbiamo da una parte la fiducia incondizionata in Dio e dall’altra la nostra umiltà nell’accogliere sempre la Sua volontà.

Pregare insieme marito e moglie fortifica l’unione matrimoniale.

La preghiera è il momento di massima intimità tra gli sposi e DioPregare l’uno per l’altra ha un grande valore perché nutre la relazione fra gli sposi e fra Dio e i coniugi, che si presentano l’uno davanti all’altro senza difese e dinnanzi al Signore come una cosa sola.

Non c’è nulla di più prezioso di un marito che prega per la moglie e una moglie che prega per il marito.

Signore insegnaci a pregare”… con queste semplici parole, i discepoli chiedono a Gesù di insegnargli a pregare ed Egli lo faconsegnando loro la preghiera del Padre Nostro.

PADRE NOSTRO è una preghiera comunitaria. Dio è Padre di tutti, non è mio ma è nostro, di noi due come coppia. Possiamo elevare la nostra preghiera con la certezza che abbiamo un Padre che ci ascolta.

CHE SEI NEI CIELI

Nel matrimonio e nella vita familiare si vivono tante tribolazioni che rischiano di travolgerci ed assorbirci totalmente. Noi sposi dobbiamo vivere la nostra quotidianitàma non dobbiamo mai dimenticare di tenere lo sguardo fisso verso il cielo. 

SIA SANTIFICATO IL TUO NOME

La quotidianità nella vita coniugale è piena di routine ed abitudini che ci fanno vedere ciò che abbiamo come qualcosa di dovuto o di scontato. È importante ringraziare e santificare sempre il Signore e rendere lode a Lui, per tutte la meraviglie che compie e ci concede nella nostra vita.

VENGA IL TUO REGNO

Dopo avere lodato e ringraziato il Signore, allora possiamo anche chiedere che venga il Suo regno. Il regno della coppia è il focolare domestico, è la propria casa ed i propri cari. Chiediamo a Dio di venire ad abitare e regnare ogni giorno in mezzo a noi perché regni il Suo Amore e la Sua pace e venga a fecondare la nostra casa, perché possa dare frutti buoni.

SIA FATTA LA TUA VOLONTA’

Chiediamo a Dio di darci la forza di accogliere ed accettare umilmente, con fede ed abbandono filiale i Suoi progetti, anche quelli diversi da quelli che avevamo immaginato e progettato nella nostra vita.

DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO

Abbiamo bisogno di un pane che nutra la nostra anima: l’Eucarestia. Gli sposi che si nutrono del corpo di Cristo, legano la propria vita a Dio. Noi diventiamo ciò di cui ci nutriamo. Attraverso la preghiera del Padre Nostro, chiediamo a Dio che ci rivesta di questa potenza divina.

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI

È molto importante il perdono reciproco nella coppia.  Superare i dissapori, il male che vicendevolmente ci facciamo, non serbare rancore, anche se pensiamo di essere nel giusto, capire che riconciliarsi non è perdere, ma è una vittoria dell’amore. Riuscire nonostante le differenze e le distanze a vedere nell’altro/a ciò che Dio vede in lui/lei.

NON CI INDURRE IN TENTAZIONE MA LIBERACI DAL MALE

Nel rapporto sponsale vi sono tante tentazioni che minano continuamente la nostra unione, sono evidenti nelle vicendevoli ripicche, nelle pretese, nel giudizio, come pure negli scoraggiamenti, nelle nostre fragilità e nelle ferite personali che creano dei muri e aumentano le distanze. Abbiamo bisogno dell’aiuto di Dio per combattere tutto questo. È Lui che può sostenerci nelle nostre battagliquotidiane, affinchè si rinnovi ogni giorno la grazia del sacramento del matrimonio.

AMEN

 

VANGELO
Lc 11,1-13

Chiedete e vi sarà dato.

Dal Vangelo secondo Luca

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».

Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.

Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.

Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

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