Il Vangelo nella famiglia – 10 febbraio 2019


Riflessione sul Vangelo della V Domenica del Tempo Ordinario 

di Maria e Sebastiano Fascetta

Il Vangelo odierno ci consente di riflettere sulla dimensione vocazionale della vita cristiana e in particolare della vita matrimoniale. L’esperienza dell’incontro tra uomo e donna non è un fatto meramente sentimentale, pulsionale, erotico, ma agapico, ovvero vocazionale. Tutti sperimentiamo, magari in alcuni momenti di particolare consapevolezza, una forza interiore, un desiderio unificante, che ci spinge oltre noi stessi, verso colui/colei che accende l’ardore dell’amore nel profondo del nostro cuore. Una fiamma profonda che arde senza consumarsi e muove tutto il nostro essere verso “acque profonde”, verso il mistero della persona amata al punto di “gettare le reti” e accogliere la promessa di vita che si cela nell’incontro tra innamorati. Aperti al “Tu” della persona amata scopriamo progressivamente il nostro “io” autentico, la nostra vocazione. La voce di Dio risuona all’interno dell’incontro amante tra uomo e donna. Il “Tu” divino apre il cuore dei coniugi al “Noi” sacramentale. La chiamata divina risuona sempre, incessantemente, nonostante il nostro peccato: “Signore, allontanati da me perché sono un peccatore”. Il peccato è sempre una possibilità d’amore sprecata. Quante occasioni di bene, di vita, di liberazione, all’interno del vissuto familiare, abbiamo sprecato magari per indifferenza, superficialità, egoismo, mancanza di ascolto. Nonostante ciò, al cuore delle nostre delusioni, fatiche e stanchezze, la voce di Dio risuona incessantemente, potentemente, alimentando la speranza: “non temere”, non avere paura. Dio ci invita a ricominciare proprio quando stiamo sprofondando nel mare tempestoso del nostro peccato. Non c’è situazione esistenziale, familiare, relazionale, matrimoniale, dimenticata da Dio. Seppur noi a causa del peccato ci allontaniamo da Dio, Lui non si allontana mai da noi. Siamo eternamente amati, chiamati, riscattati, liberati.

Confortati dalla Parola di Dio prendiamo il largo dalle nostre paure e dai nostri egoismi. Inoltriamoci nell’infinito oceano dell’Amore per “pescare” nuovamente nostra moglie, nostro marito, i nostri figli… con le “reti” della tenerezza e della fiducia che scaturiscono dalla misericordia di Dio.

VANGELO
Lc 5,1-11

Lasciato tutto, lo seguirono.

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.

Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».

E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Parola del Signore