Il Vangelo nella famiglia – 27 gennaio 2019


Riflessione sul Vangelo della III Domenica del Tempo Ordinario 

di Ivana e Giovanni Granatelli 

Carissimi sposi, carissime famiglie amate dal Signore, con il cuore colmo di gratitudine vogliamo ringraziare il Signore per il lieto annuncio che Gesù rivolge a noi, sempre bisognosi della Sua grazia, che viene a donarci la speranza e la certezza che la Sua Parola è viva e agisce nel nostro cuore.

Quante volte anche noi ci siamo ritrovati ad essere schiavi e oppressi, ciechi, sordi e muti, ripiegati sulle nostre povertà materiali e spirituali. Quante volte abbiamo brancolato nel buio, quante volte nel nostro cuore sono piombate le tenebre e abbiamo smarrito la via a causa della nostra cecità spirituale. Quante volte a causa del nostro egoismo non siamo riusciti ad accorgerci dell’altro, ad accoglierlo e amarlo, soprattuto chi ci è più prossimo.

Ecco, solo Gesù può ridarci la vista. Lui è venuto per liberarci dall’incredulità, dallo smarrimento, dall’autoreferenzialità. Solo in Cristo noi vediamo chiaramente e possiamo ammirare la bellezza e la meraviglia del suo amore nelle nostre relazioni e nelle nostre famiglie.

Ma spesso ci facciamo anche sordi nei confronti del bisogno di chi ci sta accanto e restiamo muti, indifferenti, vittime della durezza del nostro cuore, come paralizzati di fronte all’altro. Rimaniamo in uno sterile silenzio, non riusciamo a dire nulla, neanche una sola parola d’amore, di conforto, di consolazione, di bene che illumini l’altro. Lasciamo che Gesù ci suggerisca quella parola, lasciamo che la sussurri al nostro orecchio e al nostro Cuore e facciamone dono anche agli altri. Lasciamoci toccare le labbra dallo Spirito Santo perché si aprano e parlino nel suo nome e nel suo amore.

Sicuramente c’è capitato nella nostra vita di fare delle scelte sbagliate e diventare vittima delle conseguenze proprio di quelle scelte egoistiche, irresponsabili e cattive, oppure ancora di rimanere travolti da eventi e situazioni che esulano dalla nostra volontà ma che siamo costretti ad affrontare e a vivere nella nostra quotidianità. Tutto ciò ci ha azzoppati, ci ha mortificati, ci ha rallentati, ha cambiato la nostra vita e ci ha impedito un cammino spedito, ci ha scoraggiato e fatto perdere la speranza. Ecco che Gesù viene a risanarci, a rialzarci, a sostenerci a darci forza e una nuova speranza. Insieme a Lui raggiungeremo la meta.

Tutti purtroppo, facciamo esperienza del peccato, e ne rimaniamo prigionieri, ci lasciamo ingabbiare dalla nostra mentalità, dai vizi dalle concupiscienze del nostro corpo, del nostro io e ci chiudiamo alla misericordia e perdiamo una cosa preziosissima: la nostra libertà, la libertà dei figli di Dio. Ecco che Gesù viene per noi quando siamo schiavi del peccato; Lui ha la chiave per aprire la nostra cella, che non è solamente la nostra anima, spesso, può diventarlo anche la nostra casa e, anziché luogo privilegiato della presenza di Dio diventa campo di battaglia dove c’è odio, prevaricazione, invidia, gelosia, infedeltà e ogni sorta di mancanza di carità.

Chiediamo a Gesù quest’oggi che ci faccia grazia, ancora una volta, che venga a liberare, a sanare, a guarire le nostre relazioni, il nostro sacramento matrimoniale, i nostri cuori e le nostre vite.

In questa domenica Gesù entra nella nostra casa, visita la nostra famiglia e compie un prodigio d’amore. Dice Gesù: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato», grazie Signore,  amen alleluia.

 

VANGELO
Lc 1,1-4; 4,14-21

Oggi si è compiuta questa Scrittura.

Dal Vangelo secondo Luca

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Parola del Signore