Il Vangelo nella Famiglia – 30 settembre 2018


Riflessione sul Vangelo della XXVI domenica del tempo ordinario

di Lina e Dino Cristadoro

Nel Vangelo di questa domenica, Marco ci mostra come Giovanni, in un certo senso, provoca Gesù, mostrandosi sorpreso del fatto che alcuni scacciano demòni nel suo nome, pur non facendo parte del gruppo dei discepoli.

Risalta la premura degli Apostoli che rasenta quasi la gelosia, preoccupati che nessuno al di fuori dalla “cerchia” del Cristo operi nel Suo nome, neanche per il bene.

Ma Gesù, con la sua solita schiettezza, non esita a “riprendere” i suoi perché chiunque operi per il bene, è infatti a Lui accetto.  

Anche oggi molti non credenti si adoperano a favore della famiglia, sia per promuovere leggi eque che aiutino e sostengano la vita familiare, sia nell’accompagnamento umano o sociale; anche per costoro, uomini di buona volontà, il Signore direbbe: «Lasciate che operino per il bene, perché chi non è “contro” (pur non essendo “con”),  promuove il bene della famiglia e dunque della società».

La sfida oggi stà proprio in questo: nel cercare di sostenere la famiglia in ogni sua fragilità, credenti e non, perché dalla salute e dalla solidità della famiglia può nascere la società del futuro, più stabile e giusta.

Scacciare i demòni che minano oggi la famiglia: frammentazione, odio, discordie, divisioni, mancanza di lavoro, di futuro. Salvare la famiglia è salvare il futuro.

È rivolto a noi cristiani l’invito di pensare come Cristo, sentire come Cristo, e agire come Cristo. Leggendo questo brano di Vangelo, infatti, risaltano tre azioni: pensare, sentire, agire.

Nonostante la nostra fragilità umana, Dio ci chiama alla coerenza  nelle nostre relazioni familiari e nonanche se nella realtà di ogni giorno non è semplice, perché è sempre difficile e complicato aprirsi all’altro, apprezzare le sue qualità, comprendere i suoi bisogni, i suoi desideri.

Ma forse basterebbe veramente poco per essere attenti all’incontro, il Vangelo usa una metafora: ci parla anche dell’importanza di un solo bicchiere d’acqua da bere!

Diventa fondamentale, allora, comprendere che la persona che ho davanti per me è il volto di Dio e, pertanto, il suo desiderio, il suo volto, la sua parola, il suo sguardo, sono il volto, la parola, lo sguardo di Dio. Alla luce di questo, è necessario agire, guidati dallo Spirito Santo, affinchè il mio volto diventi per mio marito, mia moglie, i miei figli, il volto di Dio, le mie parole diventino Parola di Dio, i miei gesti siano i gesti di Dio, per l’altro.

Lo scandalo più grande oggi, nelle nostre case, nelle famiglie cristiane, è mostrare il volto dell’odio, del rancore, dell’intolleranza, anziché l’Amore di Dio!

Non usa mezze parole Gesù, per condannare l’incoerenza, usa toni duri: «Sarebbe molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare»; perché la nostra incoerenza con il Vangelo è scandalo anche per chi ci stà vicino, possiamo essere un esempio per le persone intorno a noi, sia nel bene che nel male.

Papa Francesco ci ricorda che: «Lo scandalo è brutto perché ferisce la vulnerabilità del popolo di Dio, ferisce la debolezza del popolo di Dio, e tante volte queste ferite si portano per tutta la vita». Di più: lo scandalo, ha spiegato il Papa, «non solo ferisce» ma «è capace di uccidere: uccidere speranze, uccidere illusioni, uccidere famiglie, uccidere tanti cuori».

Recuperiamo l’onestà e la sensibilità dei figli di Dio, mostrando il volto bello dell’Amore!

 

Dal Vangelo secondo Marco

Mc 9,38-43.45.47-48

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.

Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».