Il Vangelo nella Famiglia – 26 agosto 2018


Riflessione sul Vangelo della XXI domenica del tempo ordinario

di Filippa e Gino Passarello

Dopo il lungo discorso sul pane dal cielo e la sua carne come cibo, molti dei discepoli si tirarono indietro, quelle parole erano difficili da capire e accettare, perciò mormoravano tra sè: ”Questa parola è dura, chi può comprenderla?”
Il miracolo della moltiplicazione dei pani era accettabile, andava incontro ad un bisogno materiale ma l’affermazione di Gesù “Io sono il pane vivo disceso dal cielo…e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,51) richiedeva un andare oltre, un atto di fiducia.
Il segno avrebbe dovuto aprire i discepoli al mistero, ad un miracolo più grande: il dono di tutto se stesso da parte di Gesù per riportare l’uomo nel cuore di Dio e aprirlo all’eternità ma molti di loro non sono disposti a credere.
“Le parole che io vi ho detto – dice Gesù – sono spirito e vita”, nessuno può accoglierle, anche se quelle parole rimangono misteriose, dure e difficili da comprendere, se non crede in Lui, se non è aperto all’azione dello Spirito.
La domanda di Gesù: ”Volete andarvene anche voi?” ci riguarda tutti, personalmente e come sposi, anche per noi arriva il momento della fatica, il momento in cui le categorie del pensiero umano vengono stravolte, in cui non è facile comprendere e accogliere la proposta di Gesù.
Cosa fare: fidarsi e credere o abbandonare ?
In fondo la proposta che Egli ci fa sconfina nel mistero, noi portiamo nella nostra carne il segno del suo amore per l’umanità e della sua alleanza sponsale indissolubile che si compie in noi come nel mistero Eucaristico. Ci è chiesto di credere e di lasciare che l’infinito si coniughi con la quotidianità e le dia il sapore dell’eternità. Ci è chiesto di annunciare con la vita che amarsi per sempre è possibile, che la vita è dono, che c’è un Dio che per amore si è fatto pane e continua a spezzarsi ogni giorno per noi.
Molti sposi, forse anche noi, quando il cammino diventa difficile, sono tentati di tornare indietro, di rompere l’alleanza con Gesù e con la sposa o lo sposo perché non comprendono il discorso del Pane vivo capace di rinnovare la loro alleanza, giudicano il discorso duro, la scelta “per sempre” impossibile, non si fidano della Parola di Gesù: “Chi mangia di me vivrà per me” (Gv 5,57).
La Parola, il perdono, la preghiera rendono certo il nostro cammino e la partecipazione quotidiana all’Eucarestia, rinnova nella Sua la nostra alleanza e ci fa entrare sempre di più nella sua misura di amare.
È l’Eucarestia la nostra forza, “la radice dalla quale scaturisce, è interamente plasmata e continuamente vivificata la nostra alleanza coniugale…l’Eucarestia è sorgente di carità e nel dono eucaristico della carità la famiglia cristiana trova il fondamento e l’anima della sua “comunione” e della sua “missione” (FC, 57).
Con Pietro, anche se il cammino si fa duro, vogliamo rispondere a Gesù: “Signore da chi andremo, solo Tu hai parole di vita eterna”, solo tu ci indichi i sentieri della gioia, ci sostieni nella prova, ci apri alla speranza, solo Tu sei via, verità e vita.
Giovanni Paolo II così esortava gli sposi: “Rimanete nel suo amore! Il vostro amore non cessi mai di attingere a quell’amore col quale egli ha amato. Allora il vostro amore non si esaurirà mai. Esso non vi deluderà mai. Si sveleranno dinanzi a voi quella profondità e maturità che corrispondono alla vocazione di sposi e di genitori: ministri responsabili dell’opera della creazione, collaboratori del Creatore e del Padre”.
Il Signore aiuti ciascuna coppia di sposi a trovare nell’Eucarestia l’amore, la forza, la fedeltà e la gioia del cammino alla sua sequela e che, seguendo l’esempio di Giosuè, possa affermare con forza: ”Quanto a me e alla mia casa, noi serviremo il Signore” (Prima lettura).

 

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 6,60-69

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».