RIGENERARE PERDONANDO
Tutta l’opera del matrimonio consiste nell’eliminare, ogni giorno un po’ di più, ciò che in noi è di ostacolo alla comunione, nel prepararci a ricevere la pienezza del dono di Dio alla risurrezione. Questo è il fine ultimo e sublime del matrimonio sul piano soprannaturale. Un fine che si realizza soprattutto nella profonda umiltà del perdono. Occorre passare attraverso il perdono vicendevole, umilmente sollecitato e generosamente accordato – «settanta volte sette» – così da preservare la comunione sponsale ed eventualmente rigenerarla, a fronte delle offese che con frequenza e in vario modo può ricevere. Il perdono non si presume: lo si chiede umilmente, lo si dice esplicitamente.
(Yves Semen, La Spiritualità Coniugale secondo Giovanni Paolo II)