800 Contatti nei Social Network non sono 800 Amici


di Damián Montero

I social network ci hanno dato l’opportunità di metterci in contatto con molte persone, creando nuove modalità di interazione con gli altri. Questa interazione, però, non può essere scambiato per un nuovo meccanismo capace di farci “fare amicizie”. I contatti di queste piattaforme non hanno i requisiti necessari per essere considerati come membri di un vero e proprio gruppo di amicizie.

Tutto questo si è voluto mettere in evidenza nel 38º Congresso della Federazione delle Associazioni di Genitori e di Alunni dei Collegi di Sviluppo e dei Centri di Insegnamento (FEPACE) tenutosi a la Coruña Spagna dal 31 marzo al 1 di aprile 2017. I relatori di questo evento hanno ricordato ai genitori l’importanza che ha l’educazione delle nuove generazioni, ad interagire con i social network e, in paricolar modo, a fargli comprendere, attraverso questo slogan molto significativo, che “800 contatti non sono 800 amici“.

Non confondere le amicizie
I relatori hanno spiegato che la facilità con la quale oggi i nostri figli si connettono alla rete, può dare loro l’illusione che tutti i partecipanti siano degli amici. Il flusso dei messaggi che si genera in queste piattaforme è vertiginoso e le informazioni che si possono condividere con gli altri può creare dei vincoli, capaci di confondere gli stessi adolescenti che le utilizzano. I ragazzi, pensando di interagire realmente con persone vicine, rischiando di essere manipolati dalla stessa rete social che utilizzano. Bisogna insegnare ai figli che l’amicizia è molto più che chiedere a qualcuno: «com’è andata la giornata». La creazione di relazioni presuppone dedicare del tempo, vedersi di persona, mantenere un contatto diretto, ecc. Per questo motivo si suggerisce ai genitori di incoraggiare i propri figli a frequentare coloro che conoscono, magari invitandoli a mangiare a casa, cercando di trovare sempre un po’ di tempo per andare a giocare insieme a loro, invece di restare a guardare uno schermo. In caso contrario i bambini, i ragazzi, si isoleranno ogni volta di più convertendo le loro case in piccole isole, privandosi del contatto reale con le persone e credendo che la vera amicizia sia questa. Il primo passo da compiere è quello di coltivare la relazione tra genitori e figli, per evitare che quest’ultimi rimangano chiusi nel loro mondo.

Sorveglianza dei genitori
I genitori devono vigilare, non solo perché i loro figli non scambino i contatti dei social network con gli amici, ma anche per l’uso che fanno di queste piattaforme.

Ecco alcune delle cose che è necessario controllare.

La privacy del recinto che divide i social network dai genitori dipende dall’età del figlio. Quando i figli sono più grandi non possiamo controllare le loro conversazioni e i loro messaggi, però, è buona norma domandargli con chi le mantengono e chi sono i loro contatti. Quando sono più piccoli è bene supervisionare le attività entrando nel loro profilo. Questo accorgimento potrebbe evitare problematiche più complicate in futuro.

Mettere un limite agli orari. È importante che in genitori controllino che i loro figli non stiano connessi durante il tempo da dedicare allo studio o nei momenti in cui la famiglia è riunita, per esempio, durante il pranzo o la cena.

Per controllare il loro profilo, come già specificato, bisogna tenere conto dell’età dell’adolescente. Farsi un profilo proprio ed essere in contatto con il proprio figlio potrebbe essere molto utile. Allo stesso modo è bene sedersi al loro fianco quando navigano in rete per aiutarli a relazionarsi con i genitori e ad aprirsi con loro. È bene, quindi, intervenire nelle attività che i figli svolgono in rete commentandole insieme, facendo delle domande e dando dei suggerimenti. Supportando i nostri figli nella maniera corretta, si educano a diventare dei buoni e “attenti” comunicatori.

Fonte: www.hacerfamilia.com

Tradotto dallo spagnolo a cura di www.alleanzadifamiglie.it