Il Vangelo nella famiglia – 26 aprile 2020


Riflessione sul Vangelo della Domenica 

di Ivana e Giovanni Granatelli 

Carissimi fratelli e sorelle, carissime famiglie amate dal Signore, in questa terza domenica del tempo di Pasqua la liturgia della Parola ci presenta uno dei brani più belli e avvincenti, più sorprendenti, illuminanti e interessanti di tutti i vangeli.

Protagonisti sono due discepoli, che, lasciata la comunità di Gerusalemme, sono in cammino verso un piccolo villaggio chiamato Emmaus, e Gesù che si fa loro compagno di viaggio.

Quanto è attuale questo scenario e questa situazione che ci presenta l’evangelista Luca: ogni uomo e ogni donna può facilmente immedesimarsi nei due personaggi, ancora meglio ogni coppia di sposi può rivedersi in loro. Pur camminando fianco a fianco con Gesù, spesso non lo riconosciamo. Lui ci parla e noi non lo riconosciamo, come pecore sorde, non riusciamo a sentirne e riconoscerne la voce, la voce del Buon Pastore.

Non comprendiamo ciò che ci dice. Quante volte abbiamo intrapreso una strada che non è quella giusta – quella che ci porta a Gerusalemme – ma che ci allontana dalla città Santa, potremmo dire dalla Chiesa, dalla nostra comunità, dalla nostra famiglia e ci fa deviare per altri sentieri, dove poi ci scopriamo tristi, delusi, amareggiati, demoralizzati e stanchi, sconsolati e senza alcuna speranza. Proprio come i discepoli di Emmaus, che si sentivano confusi e smarriti, feriti e traditi: Gesù, il Profeta potente, il Maestro sapiente, Colui che aveva operato segni e prodigi, Colui che aveva dato loro la speranza di essere il Liberatore di Israele e il Salvatore del mondo era stato ucciso a morte e sepolto. Essi non avevano dato retta e non avevano creduto neppure alle donne che annunciavano il Cristo risorto, che lo avevano visto, si erano intrattenute con Lui e avevano parlato con Lui. I loro cuori sono rimasti chiusiimpassibili, chiusi nella loro cecità e incredulità. Ed ecco Gesù, meraviglioso Gesù, che li raggiunge, si avvicina a loro e con delicatezza entra in dialogo con loro, chiede, si interessa dell’argomento di cui stavano parlando e che li turbava. Lo Stesso Gesù di duemila anni fa, oggi, raggiunge anche noi coppie, noi famiglie, ci mette una mano sulla spalla e ci chiede: “Amici, cosa vi turba? Cosa c’è nel vostro cuore? Cosa vi spaventa o cosa vi rattrista? Cosa cercate? Cosa vi passa per la mente? Dove state andando? Di cosa avete bisogno? Chi cercate veramente?”. Alle volte viviamo da ciechi, siamo convinti di vedere ma è una menzogna, altre volte siamo come addormentati, anestetizzati e rimaniamo fermi nelle nostre convinzioni, anche se sbagliate, compromettendo la nostra relazione con Dio e con gli altri. Fratelli e sorelle, anche se noi andiamo da un’altra parte, Gesù non ci lascia, ci segue e ci raggiunge. Anche se noi siamo chiusi nei nostri discorsi, ecco che Lui, con infinita pazienza, parla al nostro cuore e ricomincia ogni volta daccapo. Gesù comincia sempre dall’inizio, ci chiarisce, ci illumina, ci fa riflettere, ci istruisce, ci corregge, ci tranquillizza, ci esorta …  e, mentre lo fa, cammina con noi, non si stanca mai di noi… e, mentre ci accompagna, Lui ci ama, ci ama ancora e ci ama senza misura. Solo la Sua Parola ha il potere di raggiungerci nelle profondità più nascoste e aprirci gli occhi del cuore alla verità, alla gioia e alla vita. Quando ci lasciamo toccare da Gesù, ecco che nasce spontanea la richiesta: “Signore, resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto”. E Gesù non si nega ed entra nella nostra vita, nella nostra coppia, nella nostra famiglia e nella nostra casa e rimane con noi. E sapete perché? Perché il verbo dell’amore è rimanere. Gesù stesso ce lo ha insegnato e ce lo ha raccomandato: “Rimanete nel mio Amore”. Anche noi, carissimi, vogliamo rimanere nell’amore di Cristo, riposare in Lui, vivere in Lui. Ma non finisce qui. Gesù si ferma a mangiare con i due discepoli e allo spezzare del pane finalmente lo riconoscono pienamente, i loro occhi si aprono e riescono a vedere la Verità tutta. Questa è l’esperienza che facciamo personalmente, come coppie e famiglie quando ci nutriamo della Parola di Dio e del Suo corpo e del Suo sangue. Lo Spirito Santo apre i nostri occhi, tocca i nostri cuori e illumina la nostra vita. Trasforma la tristezza in gioia, la debolezza in forza e la paura in coraggio.
La nostra gioia è piena perché Gesù è vivo e presente nella nostra vita e non possiamo trattenerci, dobbiamo annunciarlo che Cristo è risorto e che ogni giorno per noi è giorno di Resurrezione e di vita nuova.

Non viviamo dunque con un cuore da orfani, tristi e soli, ma piuttosto con un cuore che arde, un cuore da figli di Dio, da figli amati, da figli risorti.

Amen , alleluia  

VANGELO
Lc 24,13-35

Lo riconobbero nello spezzare il pane.

Dal Vangelo secondo Luca

Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.

Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».

Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.

Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».

Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.