Il Vangelo nella famiglia – 8 marzo 2020


Riflessione sul Vangelo della domenica 

di Ivana e Giovanni Granatelli 

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, carissime famiglie amate dal Signore, siamo giunti alla seconda Domenica di Quaresima e la Liturgia della Parola, ci presenta il racconto della Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor. Si tratta di una vera e propria esperienza di luce che, anche noi, possiamo fare, se lo vogliamo.

Oggi Gesù ci chiede di salire con Lui sul Tabor, ci invita ad andare in disparte, perché desidera stare con noi, parlare al nostro cuore, trasfigurare la nostra vita ed elevarla. Gesù apre i nostri occhi, apre le nostre orecchie ad un ascolto serio, attento e fruttuoso, ci fa sperimentare personalmente l’essere toccati, avvolti e attraversati dalla Sua luce. Lasciamoci dunque sospingere dallo Spirito Santo e mettiamoci in cammino, alla sequela di Cristo, raggiungiamo la vetta di questo luogo santo scelto da Dio ed entriamo in un tempo che non è più umano ma divino: questo è il tempo di Dio, il tempo dell’incontro e dell’intimità, un tempo a tu per tu con Dio, un tempo di grazia e di benedizione, tempo di conversione, tempo in cui riscoprirsi, con Gesù, figli amati dal Padre, figli prediletti, di cui Dio si compiace.

Apriamoci dunque sempre di più alla luce di Dio, per vederLo come Lui è, per vedere come Lui vede, vedere attraverso i suoi occhi, sentire attraverso il Suo cuore.

«Oh Signore, abbiamo bisogno di vedere cose meravigliose, di ascoltare la Tua voce, di ascoltare la Tua Parola, che è pane di vita, luce ai nostri passi, consolazione e pace per il nostro cuore, quando è deluso, turbato o ferito la Tua Parola di verità ci libera dalle menzogne, dai dubbi e dalle incertezze, dalla confusione e dal caos che sembrano regnare nel mondo. Vogliamo diventare sempre più brillanti, solari e luminosi. Vogliamo diventare sempre di più sposi e famiglie attraenti di Cristo e contagiosi di santità. E questa trasformazione è possibile solo se rispondiamo alla Tua chiamata, se ci arrendiamo al Tuo amore e ci lasciamo plasmare, guidare e illuminare continuamente dallo Spirito Santo».

È vero che Gesù ci porta sul monte e ci fa prendere parte a questo mistero di luce ma è altresì vero che ci invita a scendere, una volta fatta questa straordinaria esperienza. Dobbiamo certamente farne tesoro perché ci fortifichi, ci sostenga e ci aiuti nella vita di ogni giorno. Alle volte sembra impossibile riuscire a scorgere nel volto di chi ci sta accanto, a partire dal nostro coniuge o dai nostri figli, la bellezza della presenza di Dio, soprattutto in situazioni difficili, cariche di incomprensioni, disaccordi, ostilità, oppure quando è l’incuranza reciproca, l’indifferenza, la superficialità a fare da padrone nelle nostre case. Quando veniamo feriti è difficile credere che il volto dell’altro è veramente il volto di Dio. Ed è forte la tentazione di calpestare la vita altrui, quella terra sacra, abitata da Dio: altro che toglierci i calzari! Altro che baciarla e onorarla! Eppure Gesù ci viene in soccorso e ci indica la via del perdono, della pazienza, della benevolenza. Ci insegna che prima di tutto bisogna salvaguardare l’unità e la comunione, pensare e dire bene dell’altro, costruire e coltivare relazioni autentiche e feconde. Ci invita a posare lo sguardo su ciò che di buono e bello c’è negli altri, ci chiede di vedere oltre l’errore, di andare oltre i limiti e le fragilità umane, ci mette in guardia dal far coincidere il fratello con il suo insopportabile difetto o col suo peccato, piuttosto ci esorta a giustificarlo e correggerlo con carità. Se siamo figli della luce dobbiamo comportarci come tali. Lasciamoci guidare dallo Spirito Santo attraverso i successi e gli insuccessi, le gioie e le pene della vita, attraverso tutto quello che ci accade e che si presenta alla nostra porta. Compiamo un atto di fede: Accogliamo la luce di Cristo. Gesù è la luce e dove la luce viene accolta essa genera altra luce.

Vogliamo vedere quest’oggi il volto raggiante del Signore, le Sue vesti sfolgoranti, il Suo corpo glorioso, perché vedendo Lui vedremo il futuro, il nostro e quello di tutti coloro che lo temono e che Lui ama. Lo Spirito Santo ci interroga su chi e che cosa conta veramente nella nostra vita. Stare con Gesù, stare col Maestro, il solo che merita di essere ascoltato, amato e servito, questa è la cosa più importante di tutte, ma non senza l’amore e lo zelo nel servizio verso chi si fa nostro prossimo. C’è già in atto nella nostra esistenza il germoglio di una trasfigurazione che è in cammino verso la sua piena fioritura, quando la morte e il male non saranno più e la luce finalmente sarà tutta in tutti e nel tutto. Lo Spirito Santo ci doni la sapienza, la forza e il coraggio di deciderci, oggi, per il Signore. Amen. Alleluja.

 

VANGELO
Mt 17,1-9

Il suo volto brillò come il sole

Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».