Il Vangelo nella famiglia – 26 gennaio 2020


Riflessione sul Vangelo della domenica 

di Lina e Dino Cristadoro 

A causa dell’arresto di Giovanni il Battista, Gesù decide di lasciare Nàzaret e si ritira nel territorio di Zàbulon e Nèftali, nella città di Cafàrnao.

Non è un modo per fuggire, distrarsi, provare altre esperienze, il suo “ritirarsi” diventa  anzi occasione per annunciare che il regno di Dio è vicino e che è necessario convertirsi.

Sulla “riva del mare” vivono gli uomini indaffarati nella vita convulsa di ogni giorno: siamo noi.

Gesù si rivolge agli uomini di ogni tempo, indaffarati e assorbiti, da impegni di ogni tipo; le nostre famiglie sono come imprigionate in questo affollarsi di “cose”; forse anche noi coppie avremmo la necessità di ritirarci ogni tanto, per recuperare la bellezza del dialogo, per guardarci negli occhi, per dirci: “ti voglio bene”, nella semplicità dei gesti delle parole, dei toni.

Simone chiamato Pietro e Andrea, così come Giacomo e Giovanni, abbandonano tutto quello che hanno fatto fino a quel momento perché scelgono di farsi indicare la strada da Gesù.

Lo fanno perché innamorati di una nuova prospettiva di vita e colpiti dalla promessa di Gesù; da umili pescatori il Signore vuole farli annunciatori di salvezza e pastori di una comunità: il popolo di Dio.
Gesù chiama alla sequela i discepoli a due a due per far di loro pescatori di uomini.

Quante volte vorremmo risentire la bellezza di una chiamata: la voce di Gesù che ci chiama per nome, e a due a due.

La famiglia è chiamata alla sequela di Gesù perché Egli vuole che collaboriamo con Lui alla diffusione del regno di Dio; anche a noi il Signore ha affidato “la pesca” dell’umanità.

Non conta quello che si lascia. Il Regno porta con sé, sempre, la promessa e la misura del centuplo. Cento volte tanto in case, campi, madri, fratelli.

Uomini e donne di ogni tempo, coppie, e famiglie: tutti noi, pescatori perché “pescati” dall’amore di Dio. 

VANGELO
Mt 4,12-23 (forma breve: 4,12-17)

Venne a Cafàrnao perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa.

Dal Vangelo secondo Matteo

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.