Il Vangelo nella famiglia – 5 gennaio 2020


Riflessione sul Vangelo della domenica 

di Ermelinda e Franco Cidonelli

Il Vangelo di questa domenica è risuonato diverse volte in questo tempo di Natale, quasi come invito a tenerlo presente nella nostra vita. E ci sono dei passaggi da attenzionare, a cominciare dalla precisazione che “il Verbo era da principio”; in principio della creazione, ma in principio (cioè a fondamento) anche della nostra storia di famiglia. E come si è fatto carne “nella pienezza dei tempi” così attende di farsi carne, (presenza viva e reale) nel tempo della nostra famiglia, perché Dio non si accontenta di parole di Salvezza, di Amore, di Misericordia, ma si fa carne, concretezza, persona e diventa così monito per noi, perché anche ogni nostra parola diventi carne cioè amore  concreto. Ed è una “CARNE” che viene ad “ABITARE” la nostra storia quotidiana, non a visitare, e che perciò rimane con noi, anche se ignorata e inascoltata, pronta sempre a donarci i benefici della sua presenza.

Diventa perciò essenziale accogliere e custodire questa Parola che vuole continuare a farsi carne e, come Luce, vuole continuare ad illuminare le nostre tenebre.

In un tempo in cui siamo circondati da tante luci, segno di una festa tutta esteriore che ci vuole distrarre dal senso vero del Natale, e che finita la festa verranno riposte, lasciando il posto al buio ed alla tristezza, il Vangelo fa risuonare che la LUCE VERA che illumina ogni uomo continua a venire, anche se non accolta, e non si lascia vincere dalle tenebre.

Decidiamoci , dunque, a volgere il nostro sguardo, COME FAMIGLIA, alla LUCE VERA, ed ad accogliere questa LUCE per non lasciarci avvolgere  dalle tenebre che ci circondano e che il mondo ci presenta come luce, per essere quella Gerusalemme di cui “il Signore ha rinforzato le sbarre delle sue porte e benedetto i suoi figli” (salmo). Abbiamo bisogno di accogliere questa LUCE, perché ha il potere di farci diventare figli, illuminando la nostra vita quotidiana e facendo sì che ogni nostro gesto, ogni nostra parola, ogni nostra azione sia frutto di quel Verbo che si è fatto CARNE ed è venuto ad ABITARE in mezzo a noi.

Possa questa LUCE risplendere nelle nostre famiglie e diventare faro per chi ancora vaga nelle tenebre e ha bisogno di essere orientato.



VANGELO
Gv 1,1-18 (forma breve Gv 1,1-5.9-14)

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

Parola del Signore.