Il Vangelo nella famiglia – 18 agosto 2019


Riflessione sul Vangelo della domenica 

 

di Filippa e Gino Passarello 

Il Vangelo di questa domenica ci parla di fuoco, un fuoco che Gesù dice di essere venuto a gettare sulla terra, sta parlando del fuoco dello Spirito, il dono promesso ai suoi perché si compia il disegno di salvezza del Padre. Già Giovanni Battista, mentre invitava il popolo al pentimento, aveva preannunziato che un altro, più forte di lui, sarebbe venuto a battezzare non più con acqua ma “in Spirito Santo e fuoco”, il battesimo di Giovanni, infatti, è solamente un invito alla conversione, il battesimo che viene a portare Gesù è il fuoco dello Spirito che rinnova il cuore, lo fa bruciare d’amore, lo dispone ad accogliere la salvezza, innesta l’uomo in Dio come il tralcio alla vite.

Gesù è venuto per portare il fuoco dell’amore di Dio, per questo Egli desidera vederlo già acceso e brama ardentemente di vivere il suo battesimo, di consumare la sua pasqua (“Ho ardentemente desiderato mangiare questa Pasqua con voi”), perché quel fuoco possa divampare nel cuore di ogni uomo e illuminarlo,  riscaldarlo, consegnargli la forza per camminare sulla via della salvezza. Commuove sentire dalle parole di Gesù la grande passione per l’uomo, il desiderio grande della sua salvezza che lo spinge al dono supremo della vita. Certo, non ci promette una vita tranquilla, senza ostacoli né avversità, al contrario, il suo messaggio viene a sconvolgere il nostro quieto vivere, ci pone davanti ad una scelta, ci mette dentro l’inquietudine della ricerca, ci mette in cammino, perché lo Spirito è dinamismo, è audacia, è tensione verso la meta. In cammino si mise Abramo, forte di una presenza, in cammino si mise Mosè perché Dio era la sua forza, in cammino si mise Maria perché credette alla promessa di Dio, ognuno di loro ha dovuto lasciare qualcosa e qualcuno, la propria famiglia, la propria terra, i progetti, i sogni,  il modo di vedere la propria storia e la vita. Per Maria, Giuseppe era lo sposo che il suo cuore di fanciulla aveva sognato, ora diventa parte di un progetto più grande che non interessa solo loro due ma l’intera umanità. Anche noi come sposi siamo dentro un progetto più grande che non interessa solo noi perché lo Spirito ci rende profeti di un messaggio destinato ad ogni uomo.

Certo ci è richiesta una scelta radicale, accogliere lo Spirito implica stare sempre protesi verso la meta, rifuggire il compromesso e il rispetto umano, lasciare la mentalità del mondo per rivestirsi dei sentimenti di Cristo, implica, insomma, fare continuamente una scelta di campo. Per quanto forti sembrano le parole di Gesù, Egli non ci chiede di non amare il padre, la madre, i figli, ci chiede di non amarli più di Lui, come si legge nei versetti successivi al testo parallelo di Matteo, cap. 10,37, non più di Lui ma di amarli in Lui, amarli con Lui. Lo Spirito ci dona uno sguardo nuovo sul nostro sposo, sulla nostra sposa, sui nostri figli, ci insegna un amore nuovo che sa guardare oltre e sa cogliere la bellezza di una presenza divina in loro.

Possa lo Spirito Santo renderci segno di contraddizione, lampada che brilla sul candelabro perché faccia luce a coloro che sono nella casa.

 

VANGELO
Lc 12,49-53

Non sono venuto a portare la pace sulla terra, ma la divisione.

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!

Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».