Lo Stile coniugale. Spunti di riflessione sul sacramento del Matrimonio


di Maria e Sebastiano Fascetta 

Leggendo il documento pastorale dell’Episcopato Italiano “Evangelizzazione e sacramento del Matrimonio” del 1975, ci colpiscono alcune espressioni che, con molta probabilità, come cristiani non abbiamo ben assimilato, approfondito, pensato, vissuto ancora con piena consapevolezza come sposi e come famiglie.

Ad esempio, il documento utilizza l’espressione “stile coniugale”. Ne abbiamo mai sentito parlare? Siamo educati a sviluppare come marito e moglie il nostro proprio “stile coniugale”, quello, cioè, che deriva dal sacramento del Matrimonio? Ci siamo mai chiesti come sposi qual è il nostro stile coniugale? Chi ci vede per strada, al supermercato, al cinema, in spiaggia, a casa… in chiesa, nota in noi un proprio e specifico “stile coniugale”? Il documento lo ribadisce con chiarezza: «Sono in tal modo chiamati a vivere il sacerdozio profetico e regale di Cristo, ricevuto con il Battesimo, in forme e contenuti nuovi, secondo lo stile coniugale e con le realtà proprie della loro esistenza» (n. 47). Si parla di “forme e contenuti nuovi” che caratterizzano la vita dei coniugi rispetto a chi, pur essendo cristiano, non ha ricevuto il sacramento del Matrimonio. Come coniugi siamo consapevoli della ricchezza, profondità, estensione e altezza del sacramento del Matrimonio? Oppure viviamo il nostro Battesimo singolarmente come se nulla avesse a che fare con nostra moglie o con nostro marito per quanto attiene alla vita spirituale? Viviamo l’uno accanto all’altro, l’uno insieme all’altro, oppure l’uno per l’altro? Citiamo ancora il documento: «Gli sposi partecipano all’amore cristiano in un modo originale e proprio, non come singole persone, ma assieme, in quanto formano una coppia» (n. 34). I Vescovi, inoltre, non temono di chiamare il Matrimonio “carisma” secondo l’espressione utilizzata da S. Paolo in 1Cor 7,1.17.

La Chiesa non è soltanto edificata dagli apostoli, i profeti, gli evangelizzatori, i catechesti… ma anche dagli sposi cristiani «Nell’insegnamento dell’apostolo Paolo il Matrimonio entra nell’ambito della vocazione cristiana e appare come un carisma, cioè come un dono dello Spirito Santo, destinato all’edificazione della Chiesa» (cfr n. 27). Per questo motivo è necessario e urgente che gli sposi cristiani recuperino il senso dello “stile coniugale” attinente al carisma specifico, in modo da rendere più ricca e bella la Chiesa. La vita coniugale non è semplicemente vita materiale, umana, ma armonia tra corporeo, affettivo e spirituale. L’amore di Dio assume l’amore umano dei coniugi per elevarlo, purificarlo, rafforzarlo, intensificarlo. Gli sposi, in forma della grazia ricevuta, sono chiamati a fare esperienza di vita nuova nello Spirito, come affermano i Vescovi in un passaggio del citato documento: «La vita nuova nello Spirito che i coniugi dovranno condurre…» (Cfr n. 48). È nell’adesione alla realtà quotidiana, al ripetersi dei giorni, all’attenzione alle faccende umane, materiali, economiche, sentimentali, affettive, corporee, spirituali, che gli sposi sono chiamati a vivere la “vita nuova nello Spirito”. I loro corpi, continuamente protesi verso il dono sincero di sé, sono tempio dello Spirito Santo, sono luoghi abitati dallo Spirito, “cenacoli” viventi per una rinnovata Pentecoste; “roveti” che ardono nella notte del mondo.

Proseguendo la lettura del documento ci piace richiamare alcuni ulteriori passaggi per una rilettura della nostra esperienza di famiglie cristiane.

In particolare, al n. 55, i vescovi, ribadiscono la necessità dell’evangelizzazione per un permanente risveglio della fede affinché gli sposi maturino nella consapevolezza e responsabilità del dono ricevuto.

1. I coniugi, infatti, in quanto:

a) “ministri” del sacramento devono comprendere che il loro Matrimonio è vero e reale “in forza dell’agire onnipotente e gratuito di Dio” che “comunica ad essi un nuovo modo di essere”;

b) “destinatari” del sacramento devono crescere nella fede per sempre meglio disporsi ad accogliere il “dono della novità cristiana”. Se mancano questi presupposti il Matrimonio “pur essendo vero e reale, non è fecondo di grazia, se nei battezzati che si sposano manca la fede”;

c) “protagonisti” del patto coniugale, “gli sposi sono chiamati ad esprimere nel loro consenso un impegno umano di vero amore coniugale, ed anche una volontà di accoglienza della novità che Cristo vi ha introdotto”.

2. Oggi, mi pare, che molti matrimoni sono “validi” ma non “fecondi di grazia”, cioè di Spirito Santo. Per questo motivo è necessario riscoprire la vita nuova nello Spirito propria dei coniugi, corrispondente al sacramento del Matrimonio. Detto in altri termini, la famiglia cristiana, fecondata dalla grazia, vive una propria “carismaticità” perchè dotata di un particolare carisma.

Così, ancora, si esprimono i Vescovi: «Tale vita – ovvero la vita cristiana degli sposi -, infatti, vissuta in modo conforme al sacramento ricevuto, rappresenta un dono di grazia per la comunità ecclesiale, anzi un dono specifico, perché costituito dalle realtà dell’esistenza coniugale e familiare» ( n. 103).

3. Il Documento, inoltre, sottolinea con forza tutta la dignità carismatica e ministeriale del sacramento del Matrimonio: «in forza del sacramento, gli sposi sono consacrati per essere ministri di santificazione nella famiglia e di edificazione della Chiesa» (n. 104). Gli sposi sono «dotati di carismi e ministeri propri, per una specifica missione nell’annuncio del Vangelo che salva» (n. 108). Per questo motivo gli stessi vescovi auspicano che «la presenza delle coppie cristiane come tali, e non semplicemente di un singolo coniuge, nei vari momenti della vita della comunità ecclesiale, nelle diverse forme della missione di salvezza della Chiesa, negli organismi pastorali, realizza e rende visibile il mistero loro proprio entro la Chiesa» (n. 109).

Concludiamo queste brevi considerazioni con la seguente citazione: il Matrimonio «È una vocazione che si esprime e si attua non da di fuori della vita coniugale, bensì all’interno delle molteplici realtà e dei vari doveri del Matrimonio» (n. 53). Lo specifico delle coppie cristiane è vivere il sacramento del Matrimonio all’interno della vita di tutti i giorni, senza fughe, senza angoscia, senza idealismi, senza paure.