Il Vangelo nella famiglia – 7 luglio 2019


Riflessione sul Vangelo della Domenica

 

di Ivana e Giovanni Granatelli 

Carissimi fratelli e sorelle, cominciamo col ringraziare il Signore per la pagina di Vangelo che oggi la liturgia ci consegna.  

La parola di Dio ci invita a fare un salto di qualità: da semplici sposi cristiani a veri, autentici e audaci, discepoli di Cristo, evangelizzatori, annunciatori di Cristo nel mondo.  

Può sembrare che basti il fatto di esserci sposati in chiesa, ma ci dobbiamo domandare: la nostra coppia è chiesa? Nella nostra vita di coppia, e di famiglia cristiana, ci comportiamo da discepoli?

Una cosa è certa: il Signore ci ha scelti, ci ha uniti in matrimonio è ci manda davanti a se in ogni luogo, oltre ogni confine, per preparagli la strada, per annunciare il suo Vangelo d’amore, per raccontarlo non solo a parole ma coi fatti, con la nostra vita di sposi, con le esperienze quotidiane, quelle che viviamo all’interno delle nostre case, nelle nostre famiglie.  

La messe è abbondante ma coloro che lavorano sono pochi, ci dice il brano di oggi. Quanto noi sposi Cristiani crediamo alla missione che Dio ci ha affidato? Quanto comprendiamo l’altezza, la bellezza, la grandezza del Suo progetto d’amore e di salvezza che vuole si realizzi in noi con noi e per il bene dell’intera umanità? Quanta consapevolezza abbiamo della fiducia che Dio ripone nelle nostre coppie affinché lo aiutiamo a rendere reale e concreto questo Suo sogno? Quanto ci spendiamo per amore di Cristo dei fratelli e del regno dei cieli? Quanto ci prendiamo cura gli uni degli altri? Quanto fuoco e quanta passione è rimasta nei nostri cuori? Quanto siamo credibili agli occhi del mondo? Certamente tante sono le cadute gli errori i contrasti, i fallimenti e le delusioni.  

Inoltre, bisogna considerare che diverse sono le sensibilità che ci caratterizzano come diversi, molteplici e straordinari sono i carismi che Dio dona a ciascuna coppia.  

Come è bello pensare che Gesù, nella fatica della evangelizzazione chiede aiuto a noi, proprio a noi sposi. È meraviglioso che Lui non ci lasci mai soli anzi che ci faccia sempre più ricchi di Spirito Santo. Gesù non si stanca di istruirci e ci da tanti ottimi consigli. Innanzi tutto ci richiama all’essenzialità, alla semplicità e alla gioia del cuore. Il compito è grande ma piccoli sono i gesti da compiere.

Quali sposi discepoli di Cristo, dobbiamo metterci in strada, metterci in cammino, andare incontro a tutte quelle coppie e famiglie che soffrono, che sono straziate, quelle di cui rimangono solo i brandelli, quelle che hanno perso ogni speranza, quelle che sono rimaste schiacciate dai macigni della vita e non ce la fanno a rimettersi in piedi.

Preghiamo per loro ma soprattutto andiamo da loro, visitiamoli nelle loro case, stiamo con loro, mangiamo con loro, benediciamoli nel nome del Signore e soprattuto portiamo loro il lieto annuncio, e cioè che sono proprio loro al centro dei pensieri del Maestro. Diciamo loro che c’è una sola speranza che non delude è questa speranza ha un nome, è una persona che si chiama Gesù Cristo. Gesù ci ha già salvato e questa salvezza è per tutti.  

Allora coraggio! Accogliamola, lasciamoci abbracciare, consolare e guarire dal Suo Amore ed esultiamo di gioia indicibile perché i nostri nomi sono scritti nei cieli amen alleluia.  

 

VANGELO
Lc 10,1-12 .17-20 (forma breve: Lc 10,1-9)

La vostra pace scenderà su di lui.

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.

Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.

In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.

Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».