Il Vangelo nella famiglia – 2 giugno 2019


Riflessione sul Vangelo della Domenica – Ascensione del Signore  

 

di Soraya e Michele Solaro 

Gesù, alla presenza dei suoi, «si staccò da loro [mentre] veniva portato su, in cielo» (cfr Lc 24). È in questa maniera che San Luca descrive l’evento dell’Ascensione del Signore Gesù, un evento che riempie di gioia gli apostoli, certi del destino che li attende.

L’ascensione di Gesù, infatti, dice al mondo intero qual è il destino di ogni uomo che crede in Lui, ovvero, risorgere con il proprio corpo, trasfigurato, ed avere in eterno la pienezza della vita. Su questa certezza «Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso» (cfr Seconda Lettura, Eb 10,23).

La modernità, che è ormai dentro e fuori le nostre case, non ci permette di osservare con adeguata attenzione la realtà nella quale siamo immersi, ad iniziare dalla nostra stessa esistenza. Non riusciamo a comprendere il significato profondo di ciò che viviamo: tutto viene ricondotto al livello delle sensazioni, delle emozioni, non consideriamo la possibilità che può esserci una prospettiva che ci trascende, che non vediamo, ma che è reale.

La famiglia, luogo nel quale la fede va custodita, tramandata, vissuta, può essere segno controcorrente in quest’epoca che sembra avere dimenticato la verità sull’uomo svelataci da Gesù di Nazareth.

Le nostre famiglie, le nostre case, possono diventare luoghi nei quali “invocare” e “attendere” la «potenza dall’alto» della quale essere “rivestiti” e grazie alla quale essere trasformati in strumenti di pace, di salvezza, di speranza, per quanti, forse, non osano nemmeno più guardare oltre se stessi, oltre le proposte artificiose della standardizzazione di massa, ma che nel profondo dell’essere, sentono l’incessante ed eterno richiamo di un infinito che solo Dio può colmare.

 

 

VANGELO
Lc 24,46-53

Mentre li benediceva, fu portato verso il cielo.

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.