Il Vangelo nella famiglia – 21 ottobre 2018


Riflessione sul Vangelo della XXIX domenica del tempo ordinario

di Ermelinda e Franco Cidonelli
Continua il viaggio di Gesù, insieme ai suoi discepoli, verso Gerusalemme, dove lo aspetta il Calvario, dove si donerà completamente per la salvezza di tutti.

Ma i discepoli continuano a ragionare con la logica del mondo, chiedendo potere e privilegi per apparire e sentirsi migliori degli altri.
Quei discepoli, che chiedono privilegi ed a cui Gesù si rivolge, oggi, siamo noi. Anche noi corriamo il rischio, seguendo la mentalità corrente, di volere essere i “primi”, il centro dell’attenzione in famiglia, in quanto figli, mogli o mariti e come famiglia nella società, forse proprio perché ci sentiamo “discepoli” di Gesù.
Alla logica dell’egoismo e dell’apparire, Gesù, però, contrappone la logica del dono di sé che si fa servizio disinteressato.
E se per il mondo il mettersi al servizio degli altri, sia in famiglia che fuori, è visto come schiavitù o uno sminuire se stessi, nella logica del Vangelo, il servizio è ciò che rende veramente “grandi”, nonché liberi da ogni egoismo, pregiudizio, purché sia vissuto nell’Amore, per Amore e con Amore.
Il farsi servi di tutti, di cui parla Gesù, inoltre, ci richiama, come famiglie cristiane, a riscoprire la missione propria del matrimonio, di essere cioè, nel servizio vicendevole e gioioso il segno dell’Amore di Dio l’uno per l’altro, ed insieme per il mondo.
Allora forse è bene ascoltare anche il richiamo di Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete», ed imparare a chiedere ciò che veramente è necessario che Lui faccia per noi.
Chiediamo, perciò, a Gesù che ci insegni ad amare e a servire incondizionatamente come Lui ha fatto per noi, anche quando non saremo capiti ed apprezzati nella famiglia, nella Chiesa o nel mondo che ci circonda, per essere “grandi” solo ai suoi occhi.

 

Dal Vangelo secondo Marco

Mc 10,35-45

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».