Il Vangelo nella Famiglia – 2 settembre 2018


Riflessione sul Vangelo della XXII domenica del tempo ordinario

di Ivana e Giovanni Granatelli

Carissimi fratelli e sorelle, cari sposi e care famiglie amate dal Signore, in questa XXII domenica del tempo ordinario chiediamo ancora allo Spirito Santo di donarci orecchie attente per un ascolto proficuo della Parola di Dio e un cuore capace di accogliere il messaggio evangelico per metterlo in pratica nella nostra vita quotidiana.
Gesù ci mette in guardia dalla tentazione e dal rischio di essere ipocriti e falsi come gli scribi e i farisei, quando ci preoccupiamo più di curare l’apparenza e l’esterioritá della nostra vita, obbedendo a leggi e precetti fatti da uomini, trascurando, invece, la cosa più importante, il nostro cuore, depositario dei tesori spirituali e dei comandamenti d’amore che ci dona il buon Dio.
In questo nostro tempo, caratterizzato da un vero e proprio culto del corpo, e dimentico invece dell’anima, in questa nostra società, esasperata dalla cultura dell’apparire, piuttosto che dell’essere, noi, in quanto sposi cristiani, siamo chiamati a distinguerci da questa mentalità che, sempre più, logora silenziosamente ma voracemente l’umanità intera. Alla luce del Vangelo, lo Spirito Santo ci esorta a fare un’esperienza di fede che non sia fondata semplicemente su un rituale, bensì sull’esistenza; ci invita a non curarci di avere solo una bella facciata, ma di costruire bene la nostra casa sulla roccia, di gettare ad arte le fondamenta, di utilizzare materiali di buona qualità che siano resistenti, a prova di terremoto e, soprattutto, che l’intero edificio sia saldamente sostenuto dalla pietra angolare che è Cristo. Tutto questo lo possiamo realizzare solo nella forza e nella potenza dello Spirito Santo e solo per la sua grazia. Non possiamo pensare di poter amare il nostro coniuge, i nostri figli, Dio stesso, solo a parole, occorre attuare con tutto il nostro cuore, la nostra mente e le nostre forze. Ricordiamoci che, seppure viviamo in questo mondo, non siamo di questo mondo e che la nostra chiamata, come famiglie cristiane, è quella di essere figli della luce e non delle tenebre: viviamo dunque secondo le opere dello Spirito Santo e non secondo le opere della carne. Quanta cattiveria, falsità, sporcizia, quanta volgarità, tradimenti e infedeltà, quanti inganni e quanto odio soffocano la nostra amata terra; ma la buona notizia è che Cristo ha vinto ogni male e che l’ultima parola, nonostante le funeste apparenze, spetta a Dio, Lui solo può cambiare la sorte di ogni uomo, dal peccato alla salvezza, dalla morte alla vita. Cerchiamo ciò che è gradito a Dio e comportiamoci secondo i frutti della luce, che sono: bontà, giustizia, verità, amore e misericordia. Rendiamo ogni giorno, con il nostro amore di sposi e di famiglie in Cristo, questo mondo un po’ più bello e non temiamo i terrori della notte, ne le frecce che volano di giorno, non lasciamoci scoraggiare dalle apparenze affinché non sia turbato il nostro cuore per alcun motivo, perché Cristo è la nostra speranza. Amen, alleluia.

 

Dal Vangelo secondo Marco

Mc 7,1-8.14-15.21-23

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.

Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».