In Principio: Maschio e Femmina – 2


Come ci ha mostrato san Giovanni Paolo II, la risposta data da Gesù ai farisei: “non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina? … Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola” (Mt 19,4), ci introduce nel progetto originario che il Creatore ha sull’uomo e sulla donna. Papa Wojtyla ci fa scorgere le profondità soggettive e psicologiche presenti nella natura umana; la stessa Scrittura, infatti, ci offre inaspettatamente un viaggio nella coscienza dell’uomo.

La prima volta che abbiamo letto le catechesi sull’amore umano, siamo stati letteralmente affascinati da questa nuova prospettiva. L’uomo, e la sua stessa corporeità, sono il segno evidente della presenza del Creatore nel mondo: la soggettività della persona «corrisponde all’oggettiva realtà dell’uomo creato “a immagine di Dio”». La bellezza di questo viaggio nella coscienza dell’uomo del “principio”, getta una luce nuova per comprendere il significato dell’essere maschio e femmina e della vocazione all’unità che si attualizza, indissolubilmente, nella “una sola carne”.

Le tappe fondamentali del percorso indicato da San Giovanni Paolo II, che fanno capo al secondo racconto della creazione, sono le seguenti: la solitudine di Adamo, la creazione della donna, la vocazione della coppia uomo-donna, l’unità originaria. Ripercorrendo queste tappe, si potrà scoprire che la Bibbia contiene in se una ricchezza ancora troppo poco conosciuta, vi è in essa una forza capace di scendere nel profondo del vissuto di ogni uomo per consentirgli di confrontarsi con il progetto originario che Dio ha avuto per ciascuno dei suoi figli, sin da principio.

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